Le transenne che delimitano la strada percorribile sono
arrugginite in più punti e chiaramente pericolose; il fil di ferro che avrebbe dovuto essere una protezione spunta ovunque, è arrotolato a pali pendolanti e cade sul cemento o peggio ancora sulla sabbia o nell’acqua. Eppure, nonostante somigli ad un “albero di trenta piani” abbattuto, da lì si può ammirare uno spettacolo mozzafiato e passeggiarci sopra è un’esperienza emozionante, il mare aperto di Anzio e qualche onda che si infrange sugli scogli e sembra davvero di camminare sul mare. Per i pescatori una posizione perfetta, per cittadini e turisti una meravigliosa passeggiata in mezzo al mare. Se solo fosse finita e sicura, nonostante la colata di cemento, potrebbe diventare una vera attrazione.
Nelle condizioni in cui si trova, però, non è altro che una pericolosa piattaforma di cemento dalla quale l’anno scorso per un tuffo fatto male, un ragazzo è stato trasportato di corsa in ospedale con l’eliambulanza. Nonostante la gravità del fatto la situazione con il passare dei mesi non è cambiata: la ditta appaltatrice ha sospeso i lavori per un provvedimento di interdittiva antimafia; la Regione Lazio, che ha in carico la questione, sembra aver dimenticato la città di Anzio; il comune stesso, dopo un sollecito di qualche tempo fa al presidente della Regione Lazio Zingaretti, è rimasto attesa. Eppure da qui a pochissimo la stagione estiva entrerà nel vivo, con migliaia di turisti e ragazzini ad affollare la spiaggia e nessuna protezione. Il malcontento dei cittadini per una situazione potenzialmente positiva cresce, la paura che qualcuno possa farsi male anche.