Dopo la sua morte, il nome e il volto di Maslax irrompono ovunque. I media nazionali hanno raccontato la storia del giovane somalo che si è impiccato poche settimane fa a Pomezia, vicino al centro di accoglienza in cui viveva, rendendola un “caso”. L’emblema del dramma psicologico della migrazione verso l’Europa e quello ancor peggiore del respingimento dagli altri stati europei in base alla convenzione di Dublino. Un trattato per cui il migrante può fare richiesta di asilo (e quindi abitare) solo nel paese in cui ha lasciato le impronte digitali, volontariamente o meno. Quelle di Maslax erano state prese in Italia al momento del suo sbarco e quindi, secondo le regole dell’Europa, non poteva vivere insieme alla sorella in Belgio. I suoi amici credono che proprio il dramma della separazione da un membro della famiglia, e il respingimento, abbiano fatto soffrire talmente tanto il giovane somalo da far maturare in lui l’idea di togliersi la vita. La storia del 19enne è stata ripresa dai quotidiani, dai siti web, dal sito di Internazionale e ha ispirato al vignettista Mauro Biani, del Manifesto, un commovente saluto.
23/03/2017