Quanto è inquinata la nostra regione? Tanto secondo il piano redatto dal dipartimento istituzionale e territorio della Pisana che ha lo scopo di programmare interventi più o meno urgenti di bonifica. C’è davvero da preoccuparsi in provincia di Latina dove si trovano il 36% dei siti ad altissima priorità, e cioè con indice di rischio superiore a 10, mentre è decisamente più sotto controllo la situazione nell’hinterland romano.
Ad aggravare il quadro complessivo, il fatto che lo stato delle aree intensamente inquinate si trascini da anni senza che si riesca ad arrivare a un’effettiva e radicale riqualificazione. Basta pensare che tutti e cinque i siti pontini erano già presenti nel piano del 2002, redatto in fretta e furia dagli uffici della Pisana, così come dalle altre regioni, dopo che l’Unione Europea cominciò a minacciare l’Italia di salatissime sanzioni. Analisi e documenti, insomma, servono a fotografare la situazione ma poi i fondi non ci sono e le discariche continuano a crescere.
Siti pericolosissimi: Aprilia al primo posto
Se in provincia di Latina c’è un comune fortemente a rischio, cittadini e politici lo sanno ormai benissimo, è sicuramente quello di Aprilia dove si trovano tre dei cinque siti sorvegliati speciali. Nel rapporto redatto dalla Regione, oltre alla ex Nova Solai, lungo la Pontina nel territorio del capoluogo, e alla discarica di Quarto Iannotta a Fondi, compaiono infatti la ex cava in località Sassi Rossi e le discariche in località Sant’Apollonia e La Cogna ad Aprilia. Quest’ultima, le cui criticità si trascinano dal lontano 1975, è ormai nota alle cronache in quanto, pur non essendo stata ancora bonificata, è stata indicata come sito idoneo per ospitare altri rifiuti. Una battaglia che, tra comitati e interventi politici, è ancora aperta. Secondo il rapporto, comunque, qualcosa si sta facendo: tutte le aree apriliane inquinate risultano infatti classificate con il codice I.C. (indagini di caratterizzazione in corso). Data la situazione, tuttavia, questo qualcosa è ancora davvero troppo poco.
Rischi notevoli anche a Pomezia e Cisterna
Ben più numerosi, invece, i siti ad alta priorità (indice di rischio compreso tra 7.5 e 10) che sono in totale 20 nel territorio romano e 16 in provincia di Latina. A farla da padrona, anche in questa seconda categoria, è ancora Aprilia che conta altre quattro aree: la Ecolmaci a Campoleone, un’altra vasta discarica, soltanto segnalata, lungo la Pontina, la Nordex Srl e un’area non meglio identificata (è in corso l’analisi di rischio) a Campoverde.
Benché non possano certamente competere con il primato di Aprilia, le cose non vanno meglio nelle immediate vicinanze dove risultano sorvegliate speciali anche la ex Nalco e la Goodyear di Cisterna, l’Intercarta Srl di Pomezia, ben due discariche a Sonnino, in località Le Monache e Costa dei Doveri e la ex Pozzi Ginori di Latina.
Castelli e litorale: l’inquinamento è acqua passata
I comuni dei Castelli e del litorale romano non solo non figurano nell’elenco dei siti a rischio alto e altissimo ma, anzi, compaiono nel rapporto solo perché vantano diverse località già bonificate con tanto di certificato. Totalmente sicuri nonostante i trascorsi, secondo i rilievi disposti dalla Regione risultano quindi i distributori di carburante di Viale della Vittoria e via Visca a Nettuno, così come altre quattro aree di servizio precedentemente segnalate a Frascati e il benzinaio di via dei Laghi a Marino. Come criticità completamente risolte vengono inquadrate anche quelle riscontrate anni addietro sulla Nettunense ad Albano, in via Goldoni ad Anzio e in via Fontanile del Piscaro a Grottaferrata. A concludere l’elenco, il sito di via San Tommaso a Velletri dove forme preoccupanti di inquinamento erano dovute a una cabina elettrica ma sono state completamente risolte. Uno stanziamento di 150mila euro ha invece risolto, almeno in parte, la situazione della discarica di Capo Croce a Lariano la cui bonifica è stata inserita nel programma delle opere pubbliche 2015-2017.