Resta critica la situazione al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Goretti. Lunedì 20 febbraio, è stata un’altra giornata da dimenticare con i pazienti al pronto soccorso che, di media, non sono mai scesi sotto le 80 unità. A creare disagio non sono solo gli accessi continui, che ormai arrivano da tutta la provincia ma anche la carenza di posti letto in quasi tutti i reparti del nosocomio. Capita così che alcuni pazienti restino in pronto soccorso anche per più di 72 ore. Una condizione che esaspera gli animi dei parenti e rende ancor più difficoltoso il lavoro di medici e infermieri costretti a operare in condizioni di alto stress e oggettive difficoltà. “Mio padre è parcheggiato al pronto soccorso da sabato mattina – ci racconta una donna – segue una terapia farmacologica particolare e le medicine le abbiamo dovute portare da casa. Il suo letto è rimasto sporco per ore senza contare che anche solo andarlo a trovare diventa un’impresa”. Il disagio, oggettivamente c’è, anche se dal pronto soccorso arrivano rassicurazioni sul trattamento dei pazienti. Quelli che restano in attesa di ricovero sono seguiti e se sostano nel pronto soccorso è perché lì riescono comunque a ricevere tutte le cure di cui hanno bisogno. Difficile farlo capire alle decine di familiari costretti a rimanere per giorni nella già affollata sala d’attesa del triage e che vedono il proprio caro adagiato accanto a numerosi altri pazienti in attesa di cure. Resta purtroppo da sottolineare come siano comunque tanti gli utenti che si recano al pronto soccorso senza averne davvero bisogno. Alle 14.30 del 20 febbraio, ad esempio, erano ben 81 i pazienti presenti in pronto soccorso (tra quelli in attesa di visita, quelli in trattamento e quelli in attesa di ricovero). Ebbene di questi ben 33 erano stati contrassegnati come codici verdi e uno addirittura come codice bianco. A non funzionare o a essere poco conosciuta dagli utenti resta quindi la rete di ambulatori messa a disposizione anche nel comune di Latina come ancora poco filtrante appare l’opera dei medici di base.
03/03/2017