IL CENTRO COMMERCIALE
«Tra il 2010 e il 2011 – prosegue Peduzzi – ho scoperto che nella zona artigianale (di Albano, ndr) era in ballo l’approvazione di un Patto territoriale (accordo tra Enti ed imprese per poter costruire i deroga al Piano regolatore, ndr). Mi venne spiegato che non era possibile ipotizzare la realizzazione dell’immissione in carreggiata, al contrario di quanto chiedevo, perché – rivela – era necessario lasciare spazio a un centro commerciale che sarebbe dovuto sorgere proprio in corrispondenza della rampa di immissione all’Appia bis direzione Ariccia. Insomma c’erano delle precise scelte politiche della precedente amministrazione comunale (Sindaco Marco Mattei, ndr) che vennero coperte da quella successiva». Lo confermano anche altri amministratori locali: lì, anziché un sacrosanto svincolo, era previsto un centro commerciale poi abortito.
«Alla fine di un lungo percorso politico-amministrativo il progetto del centro commerciale fu fermato, ma l’immissione in carreggiata non è stata mai più realizzata». Al momento, dai quartieri Musicisti e Miramare di Albano si può imboccare l’Appia bis nella sola direzione Roma. Una scelta che appare irrazionale e che priva un’area densamente abitata e molto ricca dal punto di vista produttivo dell’essenziale mini-raccordo stradale.
LA VARIANTE FANTASMA
Il 18 aprile 2011, con la deliberazione n. 52 la Giunta guidata dal Sindaco Nicola Marini (in carica da aprile 2010) ha approvato una nuova variante al progetto originario dell’Appia bis, predisposto dalla Regione Lazio su impulso della precedente Amministrazione comunale Mattei. Con questa decisione, al tracciato venivano aggiunte le due strette rotatorie che sorgono ora sullo svincolo del Crocifisso ad Ariccia, nei pressi dell’Istituto scolastico professionale dei Padri Somaschi. Nemmeno in questa occasione, tuttavia, è stata introdotta l’immissione in carreggiata richiesta dall’ex consigliere comunale. Eppure, il 26 giugno, il 27 luglio e il 15 settembre 2010, in Regione Lazio si erano tenute tre Conferenze dei servizi, tavoli tecnici in cui si era discusso il problema.
La decisione della Giunta Marini è stata convalidata il 19 maggio 2011 dal voto del Consiglio comunale.
RESTA L’INCOMPIUTA
Dopo qualche mese, per la precisione l’8 novembre 2011, è arrivata la decisione ultima e definitiva del mini-parlamento albanense che ha ‘promosso’ solo otto dei Patti territoriali ereditati dalla precedente Giunta Mattei, ma non il progetto del centro commerciale di cui parla Peduzzi. Da allora nei palazzi del potere locale non si è più sentito parlare dello svincolo mancante. Una mancanza che rende la tangenziale un’opera monca. Il grande progetto originario prevedeva 9,225 chilometri, fino a Velletri toccando Genzano. Ne sono stati fatti solo 2,690 allo stratosferico costo di 220 milioni di euro.
«I comitati di quartiere – racconta a il Caffè l’ex consigliere comunale Peduzzi – hanno raccolto 250 firme che sono state consegnate a fine gennaio agli amministratori di Albano. Stiamo chiedendo una Conferenza dei Servizi a cui sia presente anche l’Astral (Azienda Strade Lazio, ndr) per discutere l’installazione di barriere antirumore che limitino il fastidio generato dagli automezzi che passano di giorno e notte e l’ulteriore riduzione del limite di velocità (ora 50km/h per soli automezzi con peso a pieno carico non superiore alle 5 tonnellate, ndr). Chiediamo di partecipare al tavolo come auditori. Aspettiamo riscontri».