Il tunisino il 28 dicembre 2016, nella mensa della Caritas di Latina, durante la distribuzione dei pasti, si era reso protagonista di tensioni. Dapprima aveva urlato “io non mangio questa m…” e minacciava un volontario intervenuto per calmarlo, dicendogli: “io esco fuori, ti aspetto. Occhio per occhio dente per dente, perché i tuoi fratelli hanno ammazzato un mio fratello a Milano”. Il riferimento è al conflitto a fuoco in cui il 23 dicembre 2016 aveva perso la vita il terrorista Amri Anis, accusato di essere autore della strage di Berlino del 19 dicembre nella quale rimasero uccise 13 persone, tra cui una ragazza italiana. Anis Amri aveva soggiornato, per alcuni mesi nel 2015 e nel luglio 2016 ad Aprilia, ospite di un suo connazionale attualmente detenuto nel carcere di Velletri.
“Allontanatosi dalla mensa della Caritas – si legge in una nota del Ministero dell’Interno – il tunisino veniva rintracciato poco dopo da personale della Questura di Latina che lo ha tratto in arresto per reati di violenza privata aggravata dalla finalità di terrorismo e istigazione a delinquere.
Il 29 dicembre 2016, l’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’arresto e il cittadino tunisino è stato trasferito presso il CIE di Caltanissetta, per essere rimpatriato dalla frontiera aerea di Palermo verso Tunisi”.
Sono già 137 i soggetti gravitanti in ambienti dell’estremismo religioso espulsi con accompagnamento in frontiera dal gennaio 2015 ad oggi.