Quello del 34enne apriliano Fabrizio Fraccaroli fu un omicidio volontario e la condanna a sei anni, due mesi e venti giorni di reclusione per il padre della vittima è definitiva. Nessun altro sconto a Pietro Fraccaroli, 74 anni, che, dopo una vita d’inferno alle prese con quel suo ragazzo difficile, il 22 agosto 2012 imbracciò il fucile e fece fuoco contro il figlio, uccidendolo. A casa Fraccaroli le liti erano continue. Pietro e la moglie erano costantemente oggetto di minacce e violenze da parte del figlio, con problemi di tossicodipendenza, che chiedeva in continuazione soldi per comprare droga. Tanto che il giovane era stato anche arrestato per maltrattamenti in famiglia. In quel giorno d’agosto di cinque anni fa l’ennesima lite. Il pensionato, disperato, si recò in garage e, puntando il fucile contro il figlio, sparò due colpi. Il ragazzo venne ferito mortalmente. Stramazzò a terra in giardino, vicino al cancelletto d’ingresso dell’abitazione, e per lui non ci fu più nulla da fare. Il padre confessò subito. Prima ai carabinieri e poi al giudice. In primo grado, processato con rito abbreviato dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Costantino De Robbio, venne condannato a sei anni, due mesi e venti giorni di reclusione. Pena mite per un omicidio e confermata prima dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma e ora dalla Cassazione. Per i giudici non c’era stata alcuna aggressione, al momento del fatto, da parte di Fabrizio Fraccaroli tale da poter far inquadrare l’accaduto in modo diverso e non vi era alcun vizio di mente nell’imputato.
12/01/2017