Una storia che parte da lontano, addirittura nel 2009, quando fu presentata in Comune la domanda di arbitrato per la risoluzione di un contenzioso insorto in relazione a una vicenda che affonda le radici nel 1990, quando a gestire il servizio idrico ad Ardea era la Clorifati II spa (poi diventata Idrica spa). L’arbitrato si è concluso nel 2011 a favore di Idrica, un lodo poi impugnato in Corte d’Appello ma senza successo. La vicenda si è conclusa il 19 ottobre, quando il rigetto è stato notificato al Comune.
Ma il Comune di Ardea non vuole arrendersi e ha deciso di ricorrere in Cassazione, “data la rilevanza del contenzioso e dei suoi potenziali risvolti di carattere economico finanziario – si legge nel testo della delibera – oltre alla consequenziale responsabilità sia in caso di impugnazione che di acquiescenza”. In pratica, qualsiasi cosa si faccia si rischia di avere torto, ma tra le due è meglio giocarsela fino in fondo. Lo dice anche il legale del Comune, l’avvocato Carmine Fierimonte nel proprio parere presentato il 16 dicembre scorso: dopo un’ampia premessa, il legale afferma “che il Comune debba esperire ogni tentativo per tutelare i propri interessi, sia nella sede giudiziale che in quella stragiudiziale, al fine di evitare una perdita patrimoniale oggi certa”. Non viene dunque esclusa una ipotesi di accordo al di fuori delle aule giudiziarie per limitare il danno e chiudere la controversia.