Nella sede di Pomezia lavorano 87 persone e già nel 2013 sull’azienda si erano addensate le prime nubi di crisi, ora il problema si è riproposto in tutta la sua gravità e l’argomento è stato portato all’attenzione della Camera dei Deputati con una interrogazione che vede come primo firmatario Massimo Felice De Rosa del Movimento 5 Stelle.
“A fine novembre 2016, a causa di contrazioni di mercato dovute alla perdita di clienti, al mancato ingresso di nuovi, alla compressione dei volumi sui clienti esistenti e alla conseguente riduzione di commesse, HPE Services Italia ha comunicato di dover ricorrere con urgenza all’apertura della cassa integrazione guadagni ordinaria al 100 per cento per 13 settimane anche non consecutive, per 450 dei siti di Roma e Pomezia”, si legge nel testo dell’interrogazione, che cita anche le altre città coinvolte. “Il 23 novembre, a seguito della procedura di richiesta di cassa integrazione guadagni ordinaria decisa dal management di HPE Italia, è stato avviato un confronto con le organizzazioni sindacali e le rappresentanze sindacali unitarie aziendali; dall’incontro è emerso che i dati presentati dall’azienda hanno evidenziato, per il terzo anno di fila, una notevole flessione in negativo del fatturato e peggiori prospettive per il 2017; oltre alle operazioni industriali e agli esodi incentivati che hanno portato all’allontanamento dall’azienda di centinaia di lavoratori nel corso degli anni, a novembre 2016 HPE Italia ha dichiarato essere 158 i dipendenti non occupati che, nel 2017, potranno arrivare alla cifra compresa tra 291 e 360; le rappresentanze sindacali unitarie hanno comunicato di non accettare la cassa integrazione guadagni ordinaria al 100 per cento e, in base ai precedenti accordi sottoscritti con l’azienda, che sarebbe opportuno estendere le caratteristiche di tutela soprattutto verso i lavoratori part time o mono reddito”. Le organizzazioni sindacali hanno richiesto un incontro per aprire un tavolo di confronto presso il Ministero dello sviluppo economico. Il deputato sollecita il Ministero a “garantire la piena occupazione di tutti i dipendenti delle sedi italiane inclusi nel procedimento di cassa integrazione guadagni ordinaria previsto”.