Gli uomini della Polizia di Stato dell’Ufficio Misure di prevenzione Patrimoniale e Personali hanno eseguito la confisca ordinata dal Tribunale di Latina di tutti i beni riconducili a Maurizio De Bellis, 49 anni, “legato da sempre agli ambienti della droga”, scrive la Questura in un comunicato. Nel gennaio di due anni fa si era proceduto al sequestro preventivo. Ora, dopo il procedimento di prevenzione che ha visto gli avvocati del De Bellis tentare di “smontare” il castello accusatorio, il Collegio penale ha confermato con la confisca quello che era stato “cristallizato” nel 2014. “Il patrimonio accumulato nel corso degli anni è connotato dal “vizio di origine” della provenienza illecita, spiega ancora la Polizia di Stato. De Bellis “nel corso degli anni ha subito varie condanne anche per reati molto gravi quali tentato omicidio in concorso, violazione della normativa sulle armi, detenzione abusiva di armi, lesioni personali e varie volte condannato per detenzione illecita di sostanze stupefacenti”. Il collegio penale ha decretato non solo la misura personale della sorveglianza speciale di p. s. per tre anni, con obbligo di soggiorno, ma anche quella patrimoniale perché, secondo le risultanze degli accertamenti i beni di De Bellis, “disoccupato senza o quasi mai aver presentato una dichiarazione dei redditi, sono da considerarsi frutto di un accumulo illecito”.
Il complesso mobiliare, immobiliare e finanziario confiscato, per un valore di circa 2 milioni di euro, intestato a 49enne, al coniuge, alla madre e alle tre figlie è composto da 15 beni immobili a Latina (villa, capannoni, terreni sulla Pontina, in via degli Ernici, in via Virgilio, via dell’Agorà e Strada di Selva), 2 auto, un conto corrente, 2 libretti postali, un deposito bancario.
57 sono state in tutto le misure di prevenzione depositate al Tribunale e tante le sorveglianze speciali, con obbligo di soggiorno, notificate a “grandi nomi” della criminalità, considerati da tutti espressione del “malaffare” nonché piaga sociale da estirpare. Molti capostipiti delle due famiglie di etnia rom gravitanti a Latina sono attualmente sottoposti alla sorveglianza speciale con prescrizioni stringenti per rendere ancora più efficace il provvedimento preventivo.