Secondo Antonio Gramsci la cosiddetta “Settimana rossa” che a partire da Ancona agitò l’Italia nel giugno del 1914, ebbe la sua reale origine proprio nell’ “eccidio di Roccagorga, tipicamente “meridionale”, e che si trattava di opporsi alla politica tradizionale di Giolitti, ma anche di tutti gli altri partiti, di passare immediatamente per le armi i contadini meridionali che elevassero anche una protesta pacifica contro il malgoverno e le cattive Amministrazioni di tutti i governi”.
Anche nella città di Priverno, del cui mandamento faceva parte Roccagorga, non mancarono le ripercussioni e la partecipazione della popolazione al dramma del paese vicino. L’autore delle parole scolpite sulla lapide in ricordo dei morti rocchigiani e che ancora oggi è affissa in piazza VI Gennaio a Roccagorga, fu l’avvocato Domenico Marzi, privernese, che si distinse anche durante il processo come difensore dei contadini, futuro deputato e primo sindaco socialista di Frosinone.
Eleonora Piccaro, ha ricostruito gli eventi e i profili dei protagonisti attraverso i documenti degli archivi giudiziari, della polizia e della stampa dell’epoca. Nata a Firenze nel 1979, l’autrice ha vissuto a Roccagorga fino a qualche anno fa, quando si è trasferita a Latina. Da sempre impegnata nel sociale e nell’associazionismo, lavora al CESV (centro servizi per il volontariato), laureata in sociologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha discusso la tesi di laurea proprio sull’eccidio di Roccagorga.