L’Amministrazione Fucci ha deciso: niente più canone non ricognitorio a Pomezia. L’addio all’odiata “tassa sull’ombra”, introdotta nel 2014, arriva dopo la vittoria al Tar di Enel e 2i Rete Gas contro i Comuni di Pomezia e Ardea che, tramite questo genere di balzello, volevano farsi pagare dalle due grandi aziende l’utilizzo del sottosuolo per la posa delle condotte. Il tribunale aveva accolto il ricorso delle ditte, imponendo anche alle amministrazioni di Fabio Fucci e di Luca Di Fiori di modificare il regolamento per quanto riguardava l’imposizione della tassa sul sottosuolo. Il Comune di Pomezia, però, ha deciso di fare un passo in più e di rinunciare del tutto al canone non ricognitorio, che quindi non graverà nemmeno sui commercianti. La proposta di annullamento approderà in commissione lunedì 21 novembre.
La ragione della scelta dell’Amministrazione Fucci, spiega l’assessore Emanuela Avesani sentita dal Caffè, è semplice: la scelta di imporre il canone non ricognitorio era dovuta più che altro a ottenere un gettito fiscale dalle società più grandi e ricche. «Un decreto legge del febbraio 2016 del governo Renzi ha escluso la possibilità di tassare anche il sottosuolo – spiega Avesani – salvando così le grandi aziende». A quel punto, commenta l’assessore, è venuta meno la ragione per cui è stato introdotto il canone e tanto vale eliminarlo del tutto.
Ma il Comune non rinuncerà al canone non ricognitorio a cuor leggero. Già dopo la sentenza del Tar si sono “volatilizzati” quei 476mila euro che Pomezia voleva da Enel e che il tribunale amministrativo ha ritenuto non dovuti. Un ammanco non da poco, che a catena rischia di far perdere l’equilibrio alla bilancia delle casse dell’Ente. A meno che gli amministratori non siano abbastanza bravi da evitarlo.