I lavoratori più agguerriti in questi giorni hanno incrociato le braccia per un’ora alla fine di ogni turno e lunedì mattina la Flai Cgil ha inviato all’azienda una diffida a mantenere tutti i trattamenti retributivi e normativi previsti dagli accordi che, invece, la società ha disdetto (“unilateralmente”, sostiene il sindacato), almeno finché non verranno sostituiti da altre intese. La Cesare Fiorucci Spa è inoltre diffidata dal “compensare e/o assorbire in qualunque maniera i superminimi e/o le voci ad personam riconosciute ai dipendenti” e a ripristinare “gli importi illegittimamente assorbiti”. Altrimenti, scrive la Cgil, verrà coinvolta la magistratura. Secondo i sindacati che hanno indetto lo stato di agitazione, infatti, la società avrebbe assorbito illegittimamente superminimi e premi già a partire dalla busta paga di ottobre. Quote che fino ad allora non erano mai state compensate in altro modo.
L’azienda, dal canto suo, giustifica la disdetta di accordi che vigevano fin dagli anni Sessanta con una difficoltà economica che perdurerebbe da diverso tempo. Spesso, sostengono dalla Fiorucci, i ricavi delle vendite non riuscirebbero nemmeno a coprire i costi del personale. Da qui la drastica decisione che sta interessando tutti gli assunti: quasi 500 persone. Si apre così l’ennesima vertenza per i lavoratori della storica azienda di Santa Palomba, con una Rsu spaccata tra chi siede ancora al tavolo delle trattative e chi ha deciso di coinvolgere i dipendenti in un’agitazione che, già da ora, si preannuncia sanguinosa.