La seconda più forte scossa di terremoto verificatasi da diversi decenni a questa parte in Italia – solo il terribile sisma dell’Irpinia del 1980 fu più potente e distruttivo – si è fatto sentire in tutta Italia, da nord a sud. Nelle località relativamente più vicine all’epicentro di Norcia, anche se parliamo di diverse centinaia di chilometri, si sono registrati importanti danni e crolli. Persino a Roma i vigili del fuoco sono dovuti intervenire per i cedimenti di alcuni cornicioni, lesioni a palazzine residenziali e anche alla basilica di san Pietro e Paolo. Domenica scorsa i palazzi hanno “ballato” anche a Pomezia, e la preoccupazione di eventuali lesioni strutturali è stata ovviamente tanta. Alcuni malfattori ne hanno addirittura approfittato per escogitare una truffa.
Il rischio maggiore è ovviamente per gli edifici più antichi come le basiliche e, nel caso di Pomezia, ad esempio per la celebre Tor Maggiore, il monumento che porta nella sua storia la più antica memoria della città prima ancora della sua fondazione. Un sito al quale l’associazione Latium Vetus tiene particolarmente e presso il quale ha deciso di svolgere un sopralluogo a seguito della forte scossa di domenica scorsa. Il sopralluogo svolto dall’associazione culturale ha dato esito negativo, nel senso che la struttura, seppur già lesionata, ha resistito. Va tuttavia sottolineato come le sollecitazioni siano state centinaia negli ultimi giorni – l’Ingv ne ha contate 560 solo tra domenica e lunedì – ed è quindi chiaro come tutte queste vibrazioni possano in effetti compromettere edifici così antichi. Va infine aggiunto che “il processo di fessurazione e cedimento delle murature – come si legge nella descrizione dell’associazione – è in costante aumento ed è necessario avviare una vera e propria lotta contro il tempo per scongiurare il crollo e la perdita di questo monumento, percepito già cento anni fa come un opera assolutamente unica ed irripetibile. L’università La Sapienza di Roma ha redatto uno studio di fattibilità per il restauro e la musealizzazione del monumento. Nel novembre 2014 Associazione Latium Vetus, il Comune di Pomezia e l’università di Roma La Sapienza hanno firmato un protocollo d’intesa per acquisire il monumento, salvarlo e renderlo fruibile grazie a un progetto di restauro”.
Il rischio maggiore è ovviamente per gli edifici più antichi come le basiliche e, nel caso di Pomezia, ad esempio per la celebre Tor Maggiore, il monumento che porta nella sua storia la più antica memoria della città prima ancora della sua fondazione. Un sito al quale l’associazione Latium Vetus tiene particolarmente e presso il quale ha deciso di svolgere un sopralluogo a seguito della forte scossa di domenica scorsa. Il sopralluogo svolto dall’associazione culturale ha dato esito negativo, nel senso che la struttura, seppur già lesionata, ha resistito. Va tuttavia sottolineato come le sollecitazioni siano state centinaia negli ultimi giorni – l’Ingv ne ha contate 560 solo tra domenica e lunedì – ed è quindi chiaro come tutte queste vibrazioni possano in effetti compromettere edifici così antichi. Va infine aggiunto che “il processo di fessurazione e cedimento delle murature – come si legge nella descrizione dell’associazione – è in costante aumento ed è necessario avviare una vera e propria lotta contro il tempo per scongiurare il crollo e la perdita di questo monumento, percepito già cento anni fa come un opera assolutamente unica ed irripetibile. L’università La Sapienza di Roma ha redatto uno studio di fattibilità per il restauro e la musealizzazione del monumento. Nel novembre 2014 Associazione Latium Vetus, il Comune di Pomezia e l’università di Roma La Sapienza hanno firmato un protocollo d’intesa per acquisire il monumento, salvarlo e renderlo fruibile grazie a un progetto di restauro”.
07/11/2016