«Siamo oggetto d’infrazione UE – ha dichiarato la dirigente regionale, riferendosi al tema dei rifiuti – ed entro il prossimo 31 dicembre dovremo rispondere assolutamente. È in corso una programmazione del nuovo Piano rifiuti». Altro colpo di scena è l’asserita mancanza di riscontri da parte delle autorità sanitarie e non solo. «Restiamo in attesa del parere dell’Asl, dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale, ndr) e della Soprintendenza alle Belle Arti», ha sottolineato la Flamini. Ma le carenze riguarderebbero anche la stessa documentazione fornita dalla Paguro Srl, ossia da parte della società di Aprilia che vuole realizzare la mega-discarica da quasi 1,3 milioni di metri cubi di immondizia non differenziata nella ex cava della Cogna. «Nel progetto non è chiarita la questione della bonifica», ha aggiunto l’ing. Flamini, che attualmente è anche a capo dell’Area bonifiche della Regione Lazio, riferendosi al sequestro di un porzione del terreno dov’è previsto il cimitero di rifiuti. Seuqestro operato dal Noe dei Carabinieri e dal Nipaf della Forestale in relazione a precedenti interramenti di rifiuti anche tossici, che nulla hanno però a che vedere con la Paguro Srl. Ma risalenti a diversi anni fa. I Comuni di Aprilia e di Ardea, la Provincia di Latina e diversi cittadini hanno manifestato la propria contrarietà all’ecomostro. Assenti il Comune di Anzio, la Asl e la Soprintendenza e l’Arpa Lazio. Perché? La prossima seduta della Conferenza dei servizi, tavolo tra le varie istituzioni coinvolte e chiamate a decidere sul progetto, si terrà l’anno prossimo in data da definirsi. Approfondimento sul prossimo numero de il Caffè in uscita giovedì 10 novembre.