Passata l’inchiesta da Rieti a Roma e concluse da tempo le indagini preliminari, i pm Alberto Pioletti e Giorgio Orano hanno chiesto 14 rinvii a giudizio per gli indagati coinvolti nella rimborsopoli regionale targata Pd. Un filone investigativo aperto dopo lo scandalo delle spese pazze di Franco Er Batman Fiorito, durante la legislatura di Renata Polverini, e che alla fine si è allargato a tutte le Regioni, portando il Governo a varare una legge ad hoc per porre ordine nel denaro pubblico destinato ai gruppi consiliari. Un processo è stato ora chiesto per l’ex presidente del gruppo Pd in Regione, Esterino Montino, attualmente sindaco di Fiumicino, per l’ex tesoriere Mario Perilli, per il castellano Tonino D’Annibale, che poi, come dirigente di Lazio Service, è stato mandato a giudizio per l’inchiesta sui due palazzi dei costruttori Pulcini, in via del Serafico, che sarebbero stati affittati a prezzi fuori mercato e venduti a peso d’oro all’Enpam, indagini che hanno portato a ipotizzare i reati di truffa, falso e abuso d’ufficio. E ancora: chiesto il giudizio per Enzo Foschi, ex capo della segreteria del sindaco Ignazio Marino, per il romano Claudio Mancini, per Mario Mei, Giuseppe Parroncini e Carlo Umberto Ponzo, di Rocca di Papa. Chiesto infine un processo per i consiglieri del Pd diventati onorevoli, ovvero per i senatori Bruno Astorre, di Colonna, Carlo Lucherini, di Monterotondo, Claudio Moscardelli, di Latina, Francesco Scalia, ex presidente della Provincia di Frosinone, e Daniela Valentini, di Roma, e per il deputato Marco Di Stefano, anche lui già a giudizio per la vicenda dei palazzi dei Pulcini. Ad alcuni degli imputati, come nel caso di Moscardelli, viene contestato l’abuso d’ufficio per le assunzioni di collaboratori, costate alla Pisana oltre un milione e mezzo di euro, personale che secondo gli inquirenti i consiglieri avrebbero dovuto pagare con i loro contributi e non con quelli del gruppo e che, illecitamente, sarebbe stato ingaggiato, tra il 2010 e il 2012, senza alcuna selezione pubblica. Ad altri contestato invece il peculato per il denaro concesso ad alcune associazioni. Moscardelli intanto, difeso dall’avvocato Renato Archidiacono, ha assicurato di non aver commesso alcun illecito e ha preannunciato di voler essere giudicato con rito abbreviato, dunque allo stato degli atti.
11/10/2016