“I cittadini di Roma 2 e Santa Palomba e le associazioni di Pomezia, in ogni occasione utile, hanno rappresentato all’Amministrazione comunale le loro preoccupazioni sullo stato della sicurezza nel sito industriale dove dovrebbe sorgere il nuovo impianto e hanno presentato le loro proposte. Non è chiaro – scrivono – come la popolazione venga informata sui comportamenti da tenere in caso di incidente, non è chiaro in che modo verranno attuati i piani di emergenza esterni, non si capisce dove dovrebbero passare e collocarsi i mezzi di soccorso nella considerazione che vi è un’unica via di accesso all’area in questione.
In questo scenario opaco di disinformazione e mancata applicazione di esplicite previsioni normative in materia di sicurezza pubblica qual è il documento R.I.R., prescritto dalla legge per evidenziare le incompatibilità con gli impianti a Rischio di Incidente Rilevante, la cui elaborazione è stata demandata dal Comune di Pomezia ad una ditta privata oltre un anno fa senza che a tutt’oggi si abbia cognizione dei tempi certi di consegna del documento, si va a collocare il progetto Cogea”.
“L’invito (almeno in apparenza) raccolto dal Sindaco in occasione della manifestazione in loco, di procedere insieme ai cittadini nella lotta a questo scempio per il nostro territorio si è a breve tramutato, permetteteci una sintesi estrema del concetto, in un “noi faremo il possibile, se poi l’impianto verrà realizzato sarà colpa della Regione Lazio” – sostengono dal comitato – Questo atteggiamento non tranquillizza i cittadini e sicuramente non aiuta leggere sui social network che un autorevole membro del consiglio comunale qual è il sig. Renzo Mercanti, scriva al Presidente del CdQ Roma2, citiamo testualmente, “se cercavi di proteggere la tua casa non la compravi a ridosso di un’area industriale”. In che mani siamo?”.
“Per quanto attiene la proposta di vincolo indiretto sui terreni limitrofi al sito di Tor Maggiore, presentata nel settembre 2015 da ben 27 associazioni di Pomezia, che a detta del sindaco sarebbe stata accolta dal Comune che si accingerebbe a valutare l’introduzione del vincolo indiretto nell’ambito del Piano Regolatore Generale che verrà approvato prossimamente, vorremo precisare che a breve non verrà “approvato il Piano Regolatore” ma solamente il documento preliminare di indirizzo del suddetto piano, a cui dovrà seguire la fase di raccolta delle osservazioni, l’approvazione delle controdeduzioni e infine l’approvazione ad opera della Regione Lazio e che le tempistiche per questo complesso iter non potranno essere inferiori a circa due anni (tempo sufficiente per far addirittura entrare in esercizio l’impianto Cogea!)”. “Cosa c’entra il Piano regolatore generale? – chiedono al sindaco – Il Piano regolatore è il documento che regola la vita urbanistica di ogni Comune e non ha nulla a che vedere con i vincoli indiretti sui beni culturali! L’urbanistica è una cosa, la tutela dei beni culturali è un’altra cosa ed ha un iter amministrativo diverso!”
“Invitiamo quindi il sindaco e la sua maggioranza a rivedere le loro posizioni e a dare vita a un confronto autentico che accolga le competenze e l’esperienza dei Cdq e delle associazioni e che porti a vincere la battaglia contro un progetto industriale osteggiato dai cittadini e che condannerà un settore importante del nostro Comune, a ridosso di un monumento storico come Tor Maggiore, a due quartieri con 2000 persone, tre scuole e un parco giochi, a luogo di lavorazione di migliaia di tonnellate di rifiuti”. “Il Cdq Roma 2, l’associazione Latium Vetus e le altre associazioni continueranno la battaglia contro quelle che loro reputano essere le inaccettabili criticità dell’impianto a difesa della salute dei cittadini e della tutela del territorio di Pomezia, e continueranno a tenere alta l’attenzione sull’iter autorizzativo”.