I due avevano allestito una vera e propria centrale adibita alla clonazione: tre carte di credito, sulla cui provenienza sono in corso accertamenti, un personal computer e due scanner, il tutto per la consumazione di quella che, in gergo viene definita come un’attività di phishing, truffa effettuata su internet attraverso la quale un malintenzionato cerca di ingannare la vittima convincendola a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso, fingendosi un ente affidabile in una comunicazione digitale.
Le statistiche di analisi di questo tipo di reati segnalano che le transazioni più pericolose sono quelle effettuate via Internet o per telefono quando non è necessario esibire fisicamente la carta. Le truffe vengono compiute attraverso l’utilizzazione del numero della carta di credito che viene riprodotto illegalmente su carte clonate che vengono utilizzate sia per lo shopping tradizionale sia per il commercio elettronico.
Gli arrestati sono stati accompagnati presso le case circondariali di Roma Rebibbia e Latina in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto.