Questa mattina il sindaco di Pomezia ha ricevuto una loro delegazione in Comune, dopo che gli operai si sono piazzati sotto il municipio in abiti da lavoro e con le bandiere sindacali. Già il 2 agosto la Filcams Cgil aveva protocollato una richiesta di incontro urgente all’amministrazione di Pomezia: chiedevano di sollecitare la ditta al pagamento degli arretrati, oppure che fosse il Comune stesso a saldare il dovuto ai lavoratori in attesa di riprendersi i soldi dall’azienda. Oggi la sindacalista Francesca Gentili ha rinnovato questa richiesta e, a sua detta, il sindaco Fucci ha preso un impegno chiaro: chiamare il prima possibile la Ibisco Appalti per sapere per quale motivo gli stipendi dei lavoratori, ex della Pomezia Servizi e ora esternalizzati, non vengono pagati da diversi mesi. Nel frattempo il Comune valuterà anche l’ipotesi della rescissione del contratto: un appalto triennale da quasi un milione e mezzo di euro.
Sono sei gli operai in attesa dello stipendio: parliamo di poco più di 25mila euro di arretrati in totale. Tra questi lavoratori uno lamenta un ritardo di cinque mesi perché all’inizio, nel passaggio da Pomezia Servizi a Ibisco, era stato giudicato inidoneo per ragioni di salute e poi è stato reintegrato. A quanto dichiara la sindacalista Cgil che sta assistendo gli operai, tra l’altro, il sindaco questa mattina ha detto che il Comune ha già fatto una “contestazione pesante” a Ibisco Appalti per lavori che non sarebbero stati effettuati a regola d’arte. Non è chiaro il motivo per cui la ditta è in arretrato con i pagamenti: problemi di liquidità, sembra. Forse anche alcune fatture saldate a rilento da parte del Comune, che avrebbero messo in difficoltà l’azienda. Ma da piazza Indipendenza rispediscono l’accusa al mittente: «Il Comune assicura puntualmente i versamenti all’azienda – ha dichiarato Fucci – ho contattato i dirigenti della società e ho chiesto il pagamento di tutti gli arretrati ai lavoratori entro 15 giorni. Inoltre, mercoledì 17 agosto incontrerò personalmente i titolari della Ibisco per ribadire la linea dell’Amministrazione comunale».
Il Caffè ha contattato la Ibisco Appalti per sentire la loro versione dei fatti, ma al momento della telefonata ci è stato risposto che i titolari non erano presenti e che, dato che domani l’azienda chiude per ferie, forse sarà possibile parlare con loro verso fine settembre. La situazione, comunque, si trascina da mesi: stipendi tra i 1000 e i 1500 euro che saltano, in famiglie spesso monoreddito. E dopo aver raschiato il fondo del barile, restano soltanto soluzioni drastiche.