La stazione ferroviaria di Latina è uno dei principali snodi sull’asse ferroviario che collega Roma a Napoli: circa 227.000 persone transitano ogni giorno sulla tratta, l’80% dei quali sono pendolari.
“L’inadeguatezza delle infrastrutture e della qualità dei servizi offerti all’utenza sono evidenti: carenza di pensiline sulle banchine; servizi igienici ridotti all’essenziale, non a norma, spesso inagibili o chiusi al pubblico; la sala d’attesa è spesso inaccessibile e soprattutto non sono presenti scivoli o ascensori che consentano di raggiungere secondo binario sia ai cittadini diversamente abili che a chi viaggia con le biciclette costituendo un evidente impedimento di tipo architettonico”, si legge nell’interrogazione. Il bello è che chi parcheggia lato Sermoneta ha gli scivoli per raggiungere il sottopasso, ma una volta lì non ci sono le rampe lato Latina.
“Rete ferroviaria italiana ha avviato nel 2014 i lavori di riqualificazione per eliminare le barriere architettoniche e migliorare l’accessibilità in circa 70 stazioni del network nazionale che saranno conclusi entro il 2017 per un investimento complessivo oltre 150 milioni di euro; nel corso del 2016, sono programmati e avviati interventi di miglioramento in altre 500 stazioni italiane per un investimento di circa 120 milioni di euro”: peccato che Latina non ci sia.
Per questo l’on. Iannuzzi ha interrogato il Ministro dei Trasporti chiedendo “quali iniziative, nell’ambito delle proprie competenze, intenda assumere al fine di garantire all’utenza dello snodo ferroviario pontino migliori condizioni e standard di fruibilità; se non ritenga opportuno attivarsi, affinché sia accertata la mancanza di condizioni di accesso eque e non discriminatorie alla mobilità dei passeggeri della stazione di Latina, causate dall’assenza di adeguamento agli standard di accessibilità, e quali iniziative intenda assumere al riguardo; se non ritenga opportuno verificare che lo scalo di Latina venga inserito nella lista delle 500 stazioni dove verranno eseguiti lavori di riqualificazione nel rispetto delle norme nazionali ed europee sull’eliminazione delle barriere architettoniche individuando con certezza la tempistica necessaria”.