IL CATASTO INCENDI
La legge nazionale n. 353 del 2000 stabilisce che Regioni e Comuni debbano dotarsi di un catasto in cui registrare i terreni che sono stati attraversati dalle fiamme. Sulle aree colpite da incendio non possono essere realizzati edifici, strutture o infrastrutture civili, commerciali o industriali per 10 anni dal rogo. In caso di trasgressione, i Comuni sono obbligati a disporre la demolizione immediata delle opere a spese del responsabile. I fondi percorsi dal fuoco – così li chiama la normativa – non possono subire cambi di destinazione d’uso per 15 anni.
Nei contratti di compravendita, affitto o cessione di terreni percorsi dal fuoco va richiamato questo vincolo, pena la nullità dell’atto. Sono vietate per 5 anni le attività di rimboschimento sostenute con risorse pubbliche e per 10 anni il pascolo e la caccia, per evitare che lo stesso rimboschimento diventi un business pagato dai cittadini.
REGIONE LAZIO E COMUNI INADEMPIENTI
In particolare, i Comuni hanno l’obbligo di censire, tramite un apposito catasto, le aree percorse dal fuoco, con cartografia da aggiornare e inviare annualmente alla Direzione Regionale Ambiente. Dal 2005, “qualora il catasto non venga realizzato e/o aggiornato annualmente dai singoli Comuni, la Regione Lazio – prevede la deliberazione n. 824 del 2005 votata dalla Giunta regionale Marrazzo – provvederà in via sostitutiva”. Cioè se l’amministrazione comunale non adempie, ci pensa la Regione. Forse perché siamo in piena estate, ma sulla gran parte degli albi pretori dei siti internet regionale e comunali i catasti incendi non li troviamo o se ci sono non sono aggiornati.
IL GIOCO DELLE TRE CARTE
Con l’ordinanza n. 3606 del 2007 firmata dall’allora Presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, le Regioni Lazio, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia sono state “commissariate in relazione – dice il provvedimento – ad eventi calamitosi dovuti alla diffusione di incendi e fenomeni di combustione”. Da allora, ogni Regione ha nominato un commissario, nella persona del capo regionale della Protezione Civile, e costituito una Commissione tecnica di cui fanno parte anche Governatori e Prefetti. Al commissario sono stati conferiti poteri speciali in tema di finanziamenti, benefici e rimborsi ordinari, straordinari e accessori, che prevedono elargizione di danaro a favori di Enti pubblici e privati e per l’acquisto di mezzi antincendio. Il commissario è autorizzato “ove ritenuto indispensabileanche a derogare ai principi generali dell’ordinamento giuridico”, stabilisce inoltre l’ordinanza. L’articolo 7 dell’ordinanza prevede che “entro 15 giorni (dal momento della pubblicazione dell’ordinanza, avvenuta nel 2007, ndr) le Prefetture trasmettano al Commissario delegato l’elenco dei Comuni che non hanno censito, tramite apposito catasto, i terreni percorsi dal fuoco. Nel caso – continua la norma voluta da Prodi – non provvedano tempestivamente, è necessario diffidarli ad adempiere entro ulteriori 15 giorni. In caso di ulteriore inerzia, i Prefetti agiscono in via sostitutiva, con riferimento all’ultimo quinquennio […] e provvedono a rendere pubbliche tali informazioni. I Comuni ricompresi all’interno di parchi, informano anche l’Ente Parco dell’attività di censimento e relativo aggiornamento del catasto”.
ANTICORRUZIONE E ZINGARETTI: LA MUSICA CAMBIA?
Dopo 9 anni di commissariamento, finalmente da luglio 2015 nel Lazio sono tornate a svolgersi gare per l’acquisto dei mezzi antincendio in uso alla Protezione Civile. Proficua è stata la collaborazione tra il governatore Nicola Zingaretti e Raffaele Cantone, capo dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.
L’ultima, in ordine di tempo, si è tenuta a febbraio scorso e riguardava l’acquisto di mezzi antincendio per il triennio 2016-2018, per una spesa di quasi 12 milioni di euro. Manca ora l’ultimo passo per tentare di fermare la mano criminale che si nasconde dietro parte degli incendi dolosi, con l’istituzione di catasti aggiornati e pubblici sui terreni percorsi dal fuoco, come previsto dalla legge.
«La non decisione – sostiene il super magistrato Cantone – è uno dei meccanismi dietro i quali spesso si nascondono fenomeni corruttivi»: speriamo che anche questo consiglio non rimanga lettera morta!
Un’efficace misura per stroncare gli incendi c’è, si chiama “contratto di responsabilità”. Li ha messi in campo con successo il Prof Tonino Perna, Direttore del Parco dell’Aspromonte, in Calabria, fino al 2005. I “contratti di responsabilità” pagavano la prevenzione anziché gli interventi per spegnere gli incendi. Risultato: le aree interessate dalle fiamme si ridussero del 90%, con costo medio annuo di 2,5 euro per ettaro. Significa che tutti i boschi del Lazio potrebbero essere controllati preventivamente con l’irrisoria cifra di 150.000 euro l’anno, con squadre di volontari. Meno alberi si bruciano e più i volontari impegnati guadagnano. Dal 2005 il servizio è stato sostanzialmente smantellato. E nel Lazio nessuno sembra interessato a questa soluzione.