Arriva la risposta in Senato all’interrogazione presentata da Massimo Cervellini di Sel sulla “manifestazione di stampo neofascista il 25 aprile di ogni anno”, così come è stata definita la commemorazione al cippo di Campoverde di Aprilia promossa da alcuni simpatizzanti di destra per ricordare le vittime civili e militari delle truppe alleate nei giorni che seguirono lo sbarco di Anzio ed il sacrificio del battaglione della X Mas.
Cervellini sollevava dubbi sull’opportunità di svolgere tale manifestazione nel giorno in cui in tutta Italia si celebra la liberazione dal nazifascismo.
A rispondere in aula, il 21 luglio, è stato il sottosegretario di Stato per l’Interno Manzione, che dopo aver ricordato cosa accade a Campoverde, con la doppia manifestazione dei simpatizzanti di destra e dei militanti di Anpi e di centrosinistra – tra cui lo stesso senatore Cervellini – lo stesso giorno e a pochi metri di distanza, ha sottolineato come “gli unici aspetti di criticità riguardassero il loro concomitante svolgimento”. “In ragione di ciò, le autorità di pubblica sicurezza hanno adottato tutte le misure e i dispositivi idonei a prevenire turbative dell’ordine pubblico, imponendo anche speciali prescrizioni volte giustappunto a evitare la simultaneità dei raduni”, ha spiegato il sottosegretario.
“La cerimonia si è svolta senza interruzioni e il dispositivo di ordine e sicurezza pubblica predisposto per l’occasione ha evitato che si registrassero momenti di tensione. Il prefetto e il questore di Latina, garantendo lo svolgimento di entrambe le manifestazioni in un’adeguata cornice di sicurezza, hanno realizzato un equo contemperamento dei vari interessi giuridicamente rilevanti in gioco e, così operando, si sono mossi nel solco dei principi costituzionali e delle disposizioni del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, che delimitano i poteri delle pubbliche autorità in occasione dell’indizione di manifestazioni pubbliche”.
L’interrogante non ha gradito la risposta. “Nessuno ha messo in discussione l’operato puntuale e adeguato delle forze di polizia. Il punto che si pone è l’inaudita autorizzazione a iniziative che vedono la celebrazione pubblica e ostentata, con il ricorso anche a comportamenti e gesti quali il saluto romano, oltre che a minacce anche da parte di condannati dalla nostra giustizia, della storia di quel battaglione barbarico, frutto della X MAS, che ha prodotto lutti, misfatti e crimini in occasione del Secondo conflitto mondiale. Noi, e altri interroganti, crediamo che questi episodi di provocazione alla Repubblica italiana debbano cessare”.