Alle battute finali il processo per la morte della 85enne Elisabetta Pinna, ospite di una comunità alloggio di Aprilia, dove secondo gli inquirenti non sarebbe stata nutrita e dove sarebbe stata sostanzialmente abbandonata in un letto, tanto che era finita con piaghe da decubito sul corpo di oltre 20 centimetri, fino a perdere la vita dopo un ricovero prima presso l’ospedale di Anzio e poi presso quello di Gallarate, in provincia di Varese. A distanza di sei anni dal dramma, consumatosi il 18 aprile 2010, sei persone sono imputate con l’accusa di omicidio volontario e l’istruttoria, davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Latina, si è appena conclusa. A parlare è stata una dei sei, l’infermiera Gheorgeta Palade, 57 anni romena, residente a Nettuno, la quale ha affermato che a un tratto non le sarebbe stato più consentito di assistere la 85enne. Il medico-legale nominato dalle difese, Dino Tancredi, ha invece escluso il nesso di causalità tra lo stato della donna a Villa Sant’Andrea e la morte.
Oltre a Palade, imputati il gestore della comunità alloggio di Aprilia, Alfio Q., 71 anni, e gli operatori Maria M., Luciana L., di Nettuno, Noemi B. di Nettuno e Carmelina M. di Anzio. Nella prossima udienza, fissata per il 19 settembre, sono attese a requisitoria del pm, le arringhe delle difese e la sentenza.
12/07/2016