Una lettera aperta alla città di Cori a meno di un anno dalla fine del secondo mandato: il Sindaco Tommaso Conti si rivolge ai suoi concittadini avviando la discussione sul suo successore. «È stato un lavoro onorevole, che ha dato per molto tempo un senso alla mia vita e che mi riempie di orgoglio. Essere il punto di riferimento di una comunità, per chi la ama, non può che essere motivo di soddisfazione». Conti il suo lavoro l’ha fatto bene e la sua gente glielo riconosce. Ecco perchè l’eredità diventa “pesante”. «Manca ancora un anno alla fine, ed è logico che io resterò al mio posto fino all’ultimo secondo. Ma occorre avviare una riflessione sul dopo. Una riflessione che deve essere aperta, larga e la più ampia possibile, e che riguarda tutte le forze democratiche, che hanno a cuore il bene comune, la partecipazione dei cittadini, il territorio, il paese, l’ambiente ed una crescita ecosostenibile», spiega.
«Un sindaco non indica successori – precisa – ma cerca di coinvolgere tutti coloro che hanno a cuore il bene della città; giovani, donne, uomini, anziani, associazioni, movimenti, partiti». Partiti che non esistono più, precisa il Sindaco: ma «esistono ancora le città, i paesi, i comuni, le comunità; che hanno bisogno di essere guidate e governate nella più ampia condivisione possibile».
«Il problema della successione ad un sindaco che ha governato per dieci anni è un problema comunitario, che non può essere racchiuso in una discussione asfittica all’interno di sezioni, che esistono ormai solo sulla carta»: per questo, annuncia Conti, da settembre «daremo il via ad una discussione aperta, ad assemblee pubbliche, in cui si discuterà, anche in modo critico, di idee, di programmi, di progetti per il futuro del paese. A cui auspichiamo che ci sia la più ampia partecipazione di tutti».