L’uomo risultava destinatario di un’ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere, emessa il 13 maggio dall’Ufficio Gip del Tribunale di Latina, poiché ritenuto responsabile di aver esploso colpi d’arma da fuoco nei confronti di un proprio familiare, attingendolo al piede.
I militari dell’Arma sono riusciti a bloccarlo senza consentirgli l’utilizzo di una pistola calibro 7,65, con matricola abrasa e serbatoio contenente 7 cartucce, posta sul comodino della sua camera da letto, dove avrebbe tentato di rifugiarsi durante l’irruzione dei Carabinieri. L’arma e il munizionamento sono stati sottoposti sequestro. L’arrestato è stato accompagnato presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.
La storia raccontata la sera del ferimento dalla stessa vittima non aveva convinto i Carabinieri di Aprilia. Il 25enne si era presentato al Pronto Soccorso della Clinica di Aprilia con una ferita d’arma da fuoco al piede: disse di aver assistito ad un litigio sulla Nettunense, dove si era fermato per far fare pipì al suo bambino, e di essere stato raggiunto per errore da un proiettile. Tuttavia, il 25enne non sarebbe riuscito a vedere chi gli aveva sparato.
Una versione che non aveva convinto neanche per un attimo i Carabinieri. Prima di tutto, al contrario di quanto asserito dal Di Silvio, al pronto soccorso non ci era arrivato con la compagna ma con un amico. E poi sulla Nettunense, nel punto in cui aveva detto di essere stato ferito, non c’era alcuna traccia di sangue. Le indagini portarono i Militari fino ad una roulotte di Campoverde, dove viveva il campano Daniele Gammella, il quale aveva intrattenuto una relazione con il 25enne ferito. Identificato e destinatario di un mandato di cattura, il 37enne si era reso irreperibile. Fino alla sua cattura.