I reati contestati, a vario titolo, sono peculato, induzione indebita a dare o promettere utilità, interruzione di pubblico servizio. Ma è solo il più recente capitolo di una storia assai ampia che finora ha registrato 47 indagati in tutto.
È il bilancio – almeno per ora – delle corpose indagini “Polifemo” e “Mercurio”, condotte dal Nucleo operativo dei Carabinieri di Castel Gandolfo, guidato dal Tenente Alessandro Iacovelli. Vi sono incappati diversi politici ed ex amministratori locali. “Mercurio” appare sempre più strettamente legata a “Polifemo”, la prima inchiesta da cui sono scaturiti gli arresti e poi le condanne per l’ex sindaco marinese Fabio Silvagni e il geometra comunale Bruno Saccavino, pizzicati a brigare per intascare tangenti (inclusa la paghetta per la settimana bianca).
I CONTATTI COL BOSS DELLE COOP DI MAFIA CAPITALE
Una realtà molto complessa e ramificata, intrisa di vicende e retroscena finora inediti e sconcertanti, a prescindere dal rilievo penale e processuale. Molto istruttivi sono i gli indici delle due informative dei Carabinieri, ora sul tavolo del Procuratore di Velletri Francesco Prete. Li riportiamo qui sotto, nel riquadro “I fatti indagati dai Carabinieri”. Palazzo Colonna, sede del Municipio di Marino, emerge come quartier generale della presunta cricca, con l’ufficio del sindaco addirittura usato per trattare prestiti usurari. Un palazzo con qualche dirigente di massimo rilievo in rapporto con gente del calibro di Salvatore Buzzi, il co-protagonista di Mafia Capitale. Non solo mazzette su ogni pratica edilizia ed altre attività, speculazioni immobiliari, una avviatissima, e un’oliata e capillare macchina del consenso (lavoro agli “amici” in cambio del voto), con referenti in vari comuni, carte (persino mappe) aggiustate per sistemare pratiche urbanistiche.
IL ‘CONTROSPIONAGGIO’
Vi sarebbero nelle inchieste anche un ‘controspionaggio’ da parte di certi poliziotti, controlli della Polizia municipale ammorbiditi, gare d’appalto sul randagismo e per il servizio ambulanze. Un servizio molto a cuore ad altri due raggiunti da avviso di garanzia venerdì scorso: la segretaria di Palozzi (fino a un paio di mesi fa) Antonella Turco, coordinatrice infermieristica della Cooperativa “Croce Airone” di Latina ma per la Procura “gestore di fatto” della cooperativa, e il capo del 118 dell’Asl RmH nonché ex consigliere comunale di Frascati, Marco Boldrini. Questi non è il solo dirigente Asl coinvolto. La Turco si candidò invece alle comunali di Nettuno nel 2013.
2 INCHIESTE, UNICO ANDAZZO
L’inchiesta “Polifemo” è ultimamente tornata alla ribalta in città per via di un anonimo volantinaggio. Qualcuno ha fotocopiato e divulgato il frontespizio della comunicazione di notizia di reato stilata nel febbraio 2015 dai Carabinieri, che indica una lista di 33 indagati: 7 politici, almeno 9 dipendenti e dirigenti anche con ruoli di vertice del Comune di Marino, attuali e passati, membri di più di un corpo di polizia, imprenditori, il figlio di un ex sindaco, un ex dirigente di un’associazione calcistica di Santa Maria delle Mole. Un ex assessore e un dipendente della Multiservizi dei Castelli di Marino, risultano iscritti nel registro degli indagati di entrambe le indagini. Sono invece saliti a 16 gli inquisiti nell’indagine “Mercurio”. Mettendo insieme i pezzi delle due indagini, viene fuori un quadro pazzesco, cha supera i confini di Marino, arriva fino ad alcuni vertici della politica nazionale e a gruppi imprenditoriali del commercio, della sicurezza e immobiliari, anch’essi di rilevanza nazionale, capaci di coinvolgere migliaia di persone.
A conti fatti sale a 13 il numero dei politici interessati dai vari filoni d’indagine (qualcuno ora anche candidato): 5 ex assessori, un candidato sindaco (che avrebbe incuriosito gli investigatori anche per appalti sull’assistenza sanitaria ai cani randagi) e diversi ex Consiglieri comunali di Marino, qualcuno di Genzano ora candidato.
L’on. Palozzi, accusato di peculato e tra i protagonisti delle 130.000 conversazioni intercettate, ha detto di ritenersi «totalmente estraneo a qualsiasi ipotesi di reato».
IL PORTA A PORTA
AD PERSONAM
Quanto emerso e continuerà ad emergere nelle indagini è tutto da provare in giudizio, ovviamente. Come dice il nome stesso, l’informazione o avviso di garanzia garantisce chi è sottoposto a indagini giudiziarie: serve a comunicargli che è inquisito e i suoi diritti di difesa.
Fino a sentenza di terzo grado passata in giudicato, gli accusati sono considerati dalla legge non colpevoli. La lista degli indagati potrebbe allungarsi. Intanto va avanti il processo per usura a Fabio Silvagni.
Al suo predecessore, Palozzi, si contesta un singolare ed esclusivo servizio di raccolta rifiuti a domicilio, nella città tenuta bloccata nel settore rifiuti, con la raccolta differenziata pressoché inesistente.
Intercettazioni ed immagini in mano al Procuratore Francesco Prete documenterebbero questo: dipendenti e mezzi della Multiservizi marinese a casa dell’on. Palozzi, su ordinazione, intenti a ritirare scarti di giardinaggio. Poi dicono che a Marino il porta a porta non funziona!