Uno dei motivi per cui la pallacanestro riscuote così tanto successo in tutto il mondo risiede nella sua capacità di raccontare delle storie, non soltanto a livello di NBA o Eurolega, ma anche e soprattutto nei campionati di livello inferiore. È il caso della Serie C femminile di basket e in particolare del C.U.S. Roma, che lo scorso weekend ha concluso alla grande il suo cammino conquistando un’incredibile promozione in Serie B al termine di un cammino memorabile. Dopo la altrettanta soddisfacente stagione scorsa e i molti cambiamenti subiti dal roster e considerato il ridotto numero di giocatrici a disposizione in pochi avrebbero pronosticato un risultato del genere, a maggior ragione dopo le 2 sconfitte rimediate in altrettante trasferte a inizio campionato: ma nelle successive 12 partite di regular season arrivano 11 vittorie che regalano alle universitarie i playoff, dove un cammino privo di cadute regala la qualificazione alla finale contro la Smit Roma. Il successo di gara 1, il dodicesimo consecutivo, e il k.o. casalingo di misura rimediato in gara 2 trascinano la serie fino all’ultima e decisiva gara 3, in cui il capolavoro viene completato con una prestazione offensiva e difensiva di assoluto livello che corona un percorso straordinario e regala una vittoria pienamente meritata. Una vittoria i cui meriti sono da suddividere tra tutti coloro che hanno preso parte a questa avventura, il Presidente Fantauzzi la preparatrice fisica Gamba,fondamentale in un campionato lungo e sfiancante come la serie C, fino all’allenatore vero artefice di questo successo Valter Mancini,( castellano doc, di Castelgandolfo ) abile tanto a preparare le partite in settimana quanto a cambiarle in corsa se necessario. Chiamato per la seconda volta a dirigere la squadra universitaria, Mancini, ha saputo confermare quanto di buono si dice di lui come tecnico. ” Ora il futuro si chiama Serie B, torneo ben diverso da quello appena vinto dal CUS, dice il mister dei Castelli, ma le possibilità per fare bene anche al piano di sopra ci sono tutte, per un gruppo che viaggiando sempre “a fari spenti” ha dimostrato quanto importanti possano essere lo spirito di fratellanza, la disponibilità a sacrificarsi l’una per l’altra e la capacità di resistere nei momenti difficili, rimanendo sempre unite, per raccontare storie di sport come quella del CUS Roma 2015-16 “.
24/05/2016