Non più solo il clamoroso ‘maxi processo Albafor’, ma ora anche una ispezione della Banca d’Italia. L’anno scolastico sta per finire, ma i problemi per l’Istituto scolastico di formazione professionale di proprietà del Comune di Albano sembrano continuare. Lo scorso 27 aprile la Banca Centrale della Repubblica Italiana, che svolge compiti di controllo sul sistema bancario nazionale, ha avviato un controllo nei confronti della Banca che vanta nei confronti di Albafor spa, attuale Formalba srl, un debito pari a circa 6,4 milioni di euro. L’intera vicenda segue un esposto del 24 marzo scorso con il quale l’ex consigliere comunale Nabil ‘Bibbi’ Cassabgi ha lamentato a Bankitalia un ‘anomalo comportamento dell’istituto bancario locale’. “La informo che su Sua sollecitazione– scrive il capo della ‘Divisione Vigilanza’ della Banca d’Italia, dottor Vincenzo Catapano, al noto medico di Albano – si è provveduto a interessare l’intermediario in questione, invitandolo a fornire un’adeguata risposta, da trasmettere anche a questo Istituto.” Nei giorni scorsi, l’ex consigliere Cassabgi ha inviato la nota di risposta che ha ricevuto dalla Banca d’Italia anche al Presidente del Tribunale di Velletri, dottor Francesco Monastero, al Giudice che presiede il ‘maxi processo Albafor’, dott.ssa Isabella De Angelis, e al Pubblico Ministero, dottor Giuseppe Travaglini. Ricordiamo che la seconda udienza del processo penale Albafor è stata fissata per giovedì 26 maggio, ore 9.30. Dopo l’intervento della Giustizia ‘togata’, ora attorno alla società ex Albafor spa sembrano stringersi anche le maglie del sistema di controllo bancario di Bankitalia.
OCCHI PUNTATI SULLA ‘LETTERA DI PATRONAGE’
Il dottor Cassabgi, dalle cui numerose querele penali è nato il ‘processo Albafor’, nella sua lettera-esposto a Bankitalia ha puntato il dito contro le parole inserite dal sindaco di Albano Nicola Marini in una lettera di patronage inviata il 6 dicembre 2010 alla Banca che ha concesso il prestito: “con riferimento ai fidi da voi concessi per complessivi 6,4 milioni di euro alla società ‘Albafor spa’ – scrisse il primo cittadino alla Banca – Vi rendiamo noto che il capitale della stessa risulta da Noi detenuto nella misura del 100%. Ci impegniamo altresì, a non diminuire la sopra detta partecipazione […] vi informiamo inoltre che il Comune di Albano, gode di uno stabile assetto finanziario …” “Queste parole – secondo ‘Bibbi’ Cassabgi – potrebbero ora costare molto care ai cittadini di Albano. Senza uno straccio di delibera di Giunta o di Consiglio – aggiunge – il sindaco Marini si è preso la responsabilità di garantire nei confronti della Banca la ‘copertura’ di un debito enorme, pari a circa 6,4 milioni di euro. Ma la Procura di Velletri – sottolinea ancora Cassabgi- ha richiesto di recente il fallimento dell’ex Albafor spa: i magistrati ritengono che la società non sia più in grado di saldare tutti i debiti accumulati in passato. Ho invocato l’intervento della Banca d’Italia perché temo che presto questo enorme debito possa trasformarsi ora in un mutuo che dovranno accollarsi i cittadini di Albano”. Nicola Marini, interpellato dal nostro giornale, tramite il suo ufficio stampa ha sostenuto che “non ha nulla da aggiungere” rispetto a quanto già dichiarato nei mesi scorsi.
L’ex consigliere Comunale Nabil ‘Bibbi’ Cassabgi ha scritto nei giorni scorsi al Prefetto di Roma Franco Gabrielli per chiedergli, come previsto dalla legge, di nominare un procuratore speciale che si costituisca ‘parte civile’ nel procedimento giudiziario ‘Albafor’ a nome per conto dei cittadini di Albano che sono, secondo il medico, ‘la vera parte lesa’. Difatti, nonostante l’Ente Comune di Albano sia stato dichiarato ‘parte lesa’, ovvero soggetto che ha subìto un danno reale, concreto e tangibile, dal Pubblico Ministero, dottor Giuseppe Travaglini, ancora non ha chiesto formalmente di intervenire nel ‘maxi processo Albafor’.
“Banca d’Italia – sostiene il dirigente di Bankitalia Vincenzo Catapano – esamina gli esposti […] e svolge sui fatti segnalati gli approfondimenti utili per i profili di vigilanza. Se accerta violazioni che riguardano la normativa in materia di trasparenza e correttezza o altre irregolarità – continua la lunga nota del dirigente Bankitalia – può intervenire attivando i poteri previsti dalla legge […] fino a giungere, se necessario, davanti all’Autorità Giudiziaria”.