Il Direttore Generale del Consorzio, che si è dimesso ad aprile 2016, secondo il Collegio dei Revisori dei Conti – che ha denunciato “gravi irregolarità nella gestione del Consorzio, innanzitutto riguardo alla remunerazione complessiva riconosciuta al D.G. per l’esercizio 2015” – avrebbe percepito una somma pari a circa 394.000 euro, “somma largamente superiore ai tetti stabiliti dalle disposizioni vigenti”, scrivono dalla Regione. Circa 100mila euro in più rispetto a quanto percepisce in un anno il Primo Presidente della Corte di Cassazione, che sarebbe il limite massimo per la retribuzione di chi lavora con la pubblica amministrazione. Ora la Regione vuole recuperare “le somme indebitamente corrisposte”, ed ha dato incarico proprio al neo Commissario, che deve ancora essere nominato.
Ma alla base dello scioglimento del Consorzio di Bonifica di Pratica di Mare ci sono anche altre motivazioni. Ad esempio la mancata pubblicazione di atti nella sezione “Amministrazione Trasparente” del sito web. Il Consorzio era stato già diffidato dalla Direzione regionale Risorse idriche e difesa del suolo, nel gennaio 2016, ad adempiere “alle disposizioni vigenti in materia di trasparenza e pubblicità” e, scrivono, visto che dopo quasi due mesi non era cambiato ancora nulla, il 1 marzo 2016 era stato nominato un Commissario ad acta proprio per la compilazione dell’area del sito relativa alla trasparenza amministrativa. Sul sito, secondo la Pisana, tra i dati mancanti c’era proprio il compenso percepito dal Direttore Generale nell’esercizio 2015. Questa documentazione, si legge nella delibera del 5 maggio, è stata consegnata solo il 29 aprile 2016 (due giorni dopo le dimissioni di Capponi) senza tuttavia pubblicare nulla sul sito internet.
Nel frattempo, nel mese di maggio 2016 sono pervenute le dimissioni del Presidente Pietro Di Lazzaro, del vice Presidente Orsola Balducci e di sei componenti del Consiglio di Amministrazione su undici: Felice Gasperini, Carlo Peretti, Alessandro Ercoli, Rodolfo Gianni, Massimo Gargano e Loretta Cugini (questi ultimi due si erano dimessi a marzo). Lo scioglimento, dicono dalla Regione, è quindi inevitabile. Il Consorzio, o quello che ne resta, potrà fare ricorso al Tar contro la delibera della Giunta entro 60 giorni. Staremo a vedere gli sviluppi della vicenda.