Perse dalla cooperativa sociale Domus Caritatis anche le ultime speranze di vedersi restituire l’appalto per l’assistenza scolastica ai disabili nel Comune di Ardea. Il Consiglio di Stato ha ritenuto infondato l’appello della coop coinvolta in Mafia Capitale e confermato il provvedimento con cui il Comune rutulo, il 17 giugno scorso, decise di recedere dal contratto e dare il servizio al consorzio di cooperative Parsifal. Il 18 aprile 2014, l’ente retto dal Sindaco Luca Di Fiori assegnò alla Domus, che aveva costituito un’associazione temporanea d’imprese con l’Associazione Virtus Italia, la gestione dell’assistenza educativa scolastica agli alunni disabili delle scuole dell’infanzia, primarie e di I grado. Domus Caritatis, però, è poi finita in Mafia Capitale e all’inizio dell’estate scorsa alcuni suoi manager sono stati anche arrestati. Il 17 giugno, dopo aver comunicato con vari atti alla cooperativa, raggiunta da interdittiva antimafia, di voler recedere dal contratto, il Comune ha così affidato l’appalto al Parsifal. La Domus ha fatto ricorso ed ha ottenuto subito dal Tar del Lazio un congelamento dei provvedimenti impugnati, disposto con decreto, nell’attesa di discutere della vicenda in aula, dal presidente della II sezione bis del Tar, Domenico Lundini. Analizzato il caso, il Tar ha poi deciso di sospendere gli atti impugnati, sostenendo che non vi erano “al momento attuale motivi di ordine pubblico preclusivi alla prosecuzione sino alla decisione del merito della controversia, che richiede un attento esame nell’approfondita sede”. Ma, una volta analizzata la vicenda nel merito, il ricorso è stato respinto e la decisione del Comune avallata.
Domus ha tentato così di ribaltare la situazione con un appello al Consiglio di Stato ma, seppure con motivazioni diverse da quelle del Tar, il provvedimento comunale è stato avallato anche da Palazzo Spada, ritenendo che l’ente abbia “doverosamente esercitato il recesso dal contratto”.
Domus ha tentato così di ribaltare la situazione con un appello al Consiglio di Stato ma, seppure con motivazioni diverse da quelle del Tar, il provvedimento comunale è stato avallato anche da Palazzo Spada, ritenendo che l’ente abbia “doverosamente esercitato il recesso dal contratto”.
05/05/2016