Ci hanno denunciato politici di centrosinistra, ci hanno denunciato politici di centrodestra, ci hanno denunciato anche politici a 5 stelle: finché sono tutti allarmati, vuol dire che stiamo facendo bene il nostro lavoro, quello che deve fare un giornale indipendente. La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo ha più volte ripreso l’Italia per l’assenza di una legge che tuteli la funzione della stampa libera, riconosciuta come l’unico vero “watchdog” ovvero cane da guardia della democrazia. Senza una stampa libera da condizionamenti non esistono le condizioni per combattere la corruzione, il malaffare, le mafie, i soprusi. I cittadini pensano di essere informati, invece continuano ad essere imbrogliati da Tg compiacenti e programmi di finta informazione dove si fa tanto spettacolo, ma non si fanno mai le “domande scomode” (pochissime le eccezioni). Noi le domande scomode le facciamo. E le rifacciamo. E continuiamo a farle, finché qualcuno non ci dà una risposta. Purtroppo finché non cambia l’attuale legge sulla stampa, possiamo scrivere solo una parte delle ‘porcate’ di cui veniamo a conoscenza, anche se voi cittadini avreste il diritto di sapere tutto.
Scriviamo centinaia di articoli a settimana e può anche capitare di sbagliare qualcosa, non siamo infallibili. E ogni volta che il “danneggiato” ce lo ha fatto notare, abbiamo immediatamente rettificato l’informazione, anche se non c’era stata alcuna minaccia di ricorrere alle vie legali. Perché quello che ci interessa davvero è raccontarvi la verità, senza alcun condizionamento.
Non è facile, perché i farabutti, quelli ‘politici’ innanzitutto, si fanno scudo di una legge sulla stampa (che risale al 1948) che li aiuta a scappare dalle loro responsabilità. Usano le querele e le cause con richieste di danni come metodo intimidatorio, il messaggio è chiarissimo: “Se continui ad indagare e scrivere su di me, ti querelo e ti porto per tribunali per i prossimi 6 o 7 anni”. Sanno benissimo di avere torto, ma il loro unico scopo è danneggiarci il più possibile, affinché desistiamo dallo scrivere tutte le porcherie che fanno. Ma noi non desistiamo, anzi, quando ci sentiamo attaccati, possiamo garantirvi che moltiplichiamo i nostri sforzi per andare a fondo e scovare tutto il malaffare che inquina il Paese. Dal 2002, anno di nascita de Il Caffè, ad oggi la nostra redazione ha ricevuto tantissime querele, forse più di 100: non sappiamo il numero esatto, perché tante sono state archiviate senza che noi ne avessimo avuto notizia. Comunque siamo stati sempre assolti. Sempre! Anzi, i giudici hanno sempre rigettato la richiesta di condannarci prima ancora di arrivare alla prima udienza. Vuol dire che scriviamo solo cose vere, e di questo evidentemente i farabutti (di ogni colore) hanno paura. In Italia non c’è vera libertà di stampa, perché non c’è una stampa libera. Troppe le testate asservite ai partiti, alle lobby, alle mafie: un vero cancro che è stato alimentato proprio dalle leggi che permettono di usare i tribunali come arma d’intimidazione. E la magistratura reagisce troppo debolmente, i parlamentari non hanno alcun interesse a cambiare una legge sbagliata, i cittadini vengono addomesticati da giornalisti compiacenti col potere. Ma finalmente qualcosa sembra muoversi: Consiglio d’Europa, Commissione Antimafia e alcuni magistrati hanno capito che solo con una stampa indipendente e non condizionabile si può combattere la corruzione e la mafia, perché la stampa è l’unico vero watchdog, cane da guardia della democrazia.
Scriviamo centinaia di articoli a settimana e può anche capitare di sbagliare qualcosa, non siamo infallibili. E ogni volta che il “danneggiato” ce lo ha fatto notare, abbiamo immediatamente rettificato l’informazione, anche se non c’era stata alcuna minaccia di ricorrere alle vie legali. Perché quello che ci interessa davvero è raccontarvi la verità, senza alcun condizionamento.
Non è facile, perché i farabutti, quelli ‘politici’ innanzitutto, si fanno scudo di una legge sulla stampa (che risale al 1948) che li aiuta a scappare dalle loro responsabilità. Usano le querele e le cause con richieste di danni come metodo intimidatorio, il messaggio è chiarissimo: “Se continui ad indagare e scrivere su di me, ti querelo e ti porto per tribunali per i prossimi 6 o 7 anni”. Sanno benissimo di avere torto, ma il loro unico scopo è danneggiarci il più possibile, affinché desistiamo dallo scrivere tutte le porcherie che fanno. Ma noi non desistiamo, anzi, quando ci sentiamo attaccati, possiamo garantirvi che moltiplichiamo i nostri sforzi per andare a fondo e scovare tutto il malaffare che inquina il Paese. Dal 2002, anno di nascita de Il Caffè, ad oggi la nostra redazione ha ricevuto tantissime querele, forse più di 100: non sappiamo il numero esatto, perché tante sono state archiviate senza che noi ne avessimo avuto notizia. Comunque siamo stati sempre assolti. Sempre! Anzi, i giudici hanno sempre rigettato la richiesta di condannarci prima ancora di arrivare alla prima udienza. Vuol dire che scriviamo solo cose vere, e di questo evidentemente i farabutti (di ogni colore) hanno paura. In Italia non c’è vera libertà di stampa, perché non c’è una stampa libera. Troppe le testate asservite ai partiti, alle lobby, alle mafie: un vero cancro che è stato alimentato proprio dalle leggi che permettono di usare i tribunali come arma d’intimidazione. E la magistratura reagisce troppo debolmente, i parlamentari non hanno alcun interesse a cambiare una legge sbagliata, i cittadini vengono addomesticati da giornalisti compiacenti col potere. Ma finalmente qualcosa sembra muoversi: Consiglio d’Europa, Commissione Antimafia e alcuni magistrati hanno capito che solo con una stampa indipendente e non condizionabile si può combattere la corruzione e la mafia, perché la stampa è l’unico vero watchdog, cane da guardia della democrazia.
04/05/2016