Dopo una lunga battaglia nelle aule di giustizia amministrativa, giunta la sentenza del Consiglio di Stato, il Comune aveva affidato il servizio all’associazione temporanea d’imprese composta da Solidarietà e Lavoro e Vivenda. A marzo, però, l’ente retto dal sindaco Fabio Fucci era stato diffidato dalla Innova spa, un’altra società partecipante al bando, sostenendo che le vincitrici avrebbero difettato della certificazione antincendio. “L’Ati Solidarietà e Lavoro Soc. Coop./Vivenda Spa, in buona sostanza – avevano sostenuto i legali di Innova – dichiarava in sede di gara di essere in possesso della prescritta certificazione antincendio e/o comunque dell’equivalente parere dei vigili del fuoco, quando invece ne era risultata sprovvista, avendo essa dapprima mancato di produrne copia all’atto della presentazione della domanda di ammissione alla procedura, per poi addirittura omettere di fornire una qualsivoglia attestazione del relativo possesso in sede di controllo dei requisiti”. E dopo alcune verifiche il Comune ha annullato tutto, stabilendo che il 14 aprile la coop Solidarietà e Lavoro e la spa Vivenda avrebbero dovuto consegnare locali e attrezzature e che il giorno successivo sarebbe avvenuto il passaggio di consegne, facendo subentrare nel servizio l’associazione temporanea d’imprese costituita dalla Elior Ristorazione spa e dalla Innova.
Le aziende a cui è stato tolto l’affare delle mense hanno però fatto ricorso, chiedendo al Tar di annullare il provvedimento con cui era stato loro tolto l’appalto e, nell’attesa di decidere sulla vicenda nel merito, di sospendere subito, ancor prima di discuterne in aula, i provvedimenti con cui il Comune le ha messe alla porta. Una richiesta quest’ultima accolta dal presidente della II sezione bis del Tar del Lazio, Domenico Lundini: tutto “congelato”. Almeno fino all’udienza fissata per il prossimo 27 aprile.