Nelle prime ore di questa mattina la Squadra Mobile, con ausilio del Reparto Prevenzione Crimine, Unità Cinofila e Polizia Scientifica della Polizia die Stato, ha dato esecuzione alle misure cautelari emesse dal locale G.I.P., su richiesta del Pubblico Ministero della Procura di Latina che ha raccolto elementi di prova a carico di Ferdinando Di Silvio, detto “Gianni”, classe 1975, ed altri quattro sodali, tra cui la moglie Laura De Rosa, 1970, i quali, destinatari della misura degli arresti in carcere, «erano dediti ad un’attività di vendita di stupefacenti avente base presso la loro abitazione», spiega una nota della Procura, che «si avvaleva, alltresì, della collaborazione di alcuni familiari tra i quali Fabio Di Stefano, 1989, Ferdinando Di Silvio, detto “Prosciutto”, classe 1997, e Alessandro Di Stefano, 1991, destinati della misura degli arresti domiciliari vista la loro incensuratezza. L’indagine durata alcuni mesi ha consentito di raccogliere elementi di prova anche per i reati di usura e estorsione che il gruppo, con la regia del Di Silvio, classe 1975, non aveva remore ad effettuare anche nei confronti dei loro stessi acquirenti che non erano in grado di saldare nei tempi stabiliti l’acquisto di stupefacente. Laddove ciò avveniva, grazie alla nota forza intimidatrice che gli stessi erano in grado di esprimere, inviavano i più giovani del gruppo, utilizzati normalmente per l’attività di cessione al dettaglio di stupefacenti, ad effettuare le richieste ed i recuperi estorsivi, minacciando l’intervento del più temuto Di Silvio Ferdinando in caso non avessero corrisposto il dovuto. Quando la questione non si risolveva con la sola estorsione – aggiunge la Procura – l’intervento di Ferdinando Di Silvio, veniva per così dire pagata con un “sovrapprezzo”che faceva lievitare debiti di poche centinaia di euro anche del 700% come in uno dei casi documentati. Da qui l’accusa di usura contestata ai due coniugi, pluripregiudicati».
18/03/2016