Lo scorso 7 marzo il Tribunale Amministrativo del Lazio (TAR) ha ordinato alla Regione Lazio “di individuare entro il termine di 180 giorni la rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento rifiuti in ambito regionale”. Entro il prossimo 8 settembre il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e il nuovo assessore all’Ambiente delegato ai rifiuti, Mauro Buschini, dovranno portare il nuovo Piano Rifiuti in Consiglio per sottoporlo al voto del mini-parlamento regionale. Si tratta del documento che dovrebbe guidare in modo ordinato e razionale, nel rispetto della salute umana e dell’ambiente, il proliferare di impianti dedicati al trattamento della spazzatura urbana. Ma anche agevolare la diffusione e il radicamento della raccolta domestica dei rifiuti, detta porta a porta, oltre ai sistemi di riciclo e riuso delle materie prime che rappresentano l’unica vera alternativa al business ‘mortale’ (leggi il Caffè n.281) delle discariche, degli inceneritori e degli impianti a ‘bio’ gas e ‘bio’ metano.
TUTTI IN PIEDI: PARLA LA CORTE
Questo clamoroso provvedimento giudiziario costituisce la risposta dei giudici a un ricorso amministrativo promosso l’anno scorso dalla società Rida Ambiente, proprietaria ad Aprilia di un grande impianto di Trattamento Meccanico-Biologico, o TMB, una fabbrica dentro cui i rifiuti indifferenziati in arrivo vengono suddivisi in frazioni merceologiche minori e poi avviati a interramento o incenerimento. L’azienda è priva di una discarica in cui gettare i rifiuti e ha lamentato, davanti ai magistrati, quella che in gergo tecnico viene definita “crisi volumetrica”, ovvero una carenza di spazio per smaltire la spazzatura all’interno delle discariche regionali. Il TAR ha bocciato sonoramente il comportamento della Regione Lazio perché “l’amministrazione regionale – hanno sostenuto i togati – nonostante le ripetute richieste e solleciti della Rida Ambiente, ha violato l’obbligo di provvedere d’ufficio all’individuazione della rete integrata e adeguata di impianti, incluse le discariche per lo smaltimento dei rifiuti speciali del trattamento dei rifiuti urbani, necessari a conseguire l’obiettivo dell’autosufficienza su scala regionale”.
RIPARTE IL TOTO-DISCARICA
Tutti i cittadini del Lazio stanno pagando bollette della spazzatura da record visto che troppo spesso i Comuni, anziché incassare denaro dalla vendita delle materie prime, sborsano somme altissime per far pre-trattare e poi interrare o incenerire i rifiuti: metodi da quarto mondo. Ma solo alcuni di loro, molto probabilmente, pagheranno presto le conseguenze igienico-sanitarie e ambientali della mancata diffusione del porta a porta, visto che le discariche esistenti sono tutte in via di esaurimento, come affermato dal Tar.
La domanda, quindi, sorge spontanea: la Regione Lazio ora deciderà di ampliare le discariche di Borgo Montello a Latina, di Roncigliano ad Albano, di Colfelice a Frosinone o, magari, ne costruirà direttamente una nuova ad Aprilia o a Velletri? Ai nostri amministratori e politici regionali e locali l’ardua risposta!
Il 13 dicembre 2013, nel corso di una conferenza stampa (leggi il Caffè dei Castelli n.280, pag. 15) il Presidente Nicola Zingaretti e l’ex assessore delegato ai rifiuti Michele Civita, avevano promesso che entro febbraio 2014 il nuovo Piano Regionale dei rifiuti sarebbe sbarcato in Consiglio. Dopo l’arresto di Manlio Cerroni, il monopolista regionale dei rifiuti, avvenuto il 9 gennaio 2014, del Piano si sono perse le tracce. Ora, si dovrà procedere su ordine dei giudici del Tar.