La sera del 29 maggio di cinque anni fa, nella villetta di Marco Paglia in via Colle Nasone, suonarono al citofono un uomo e una donna, fingendosi carabinieri, poi identificati in Sante Fragalà, di Torvaianica, ritenuto dagli inquirenti vicino alla cosca catanese dei Santapaola, e nella compagna, Ausonia Pisani, vigilessa ad Albano. In quel momento nell’immobile erano presenti anche il 43enne Fabio Giorgi, originario di Marino ma residente ad Ardea, il marocchino Rabii Baridi, 34 anni, residente a Roma, e Paolo Paglioni di Guidonia, volti noti alle forze dell’ordine, che sembra stessero discutendo di affari legati alla droga. I due fecero subito fuoco con due pistole, uccidendo Giorgi e Baridi e ferendo Paglia e Paglioni, che si finsero morti. Il pomeriggio precedente, a Frascati, Paglioni, che era insieme a Baridi, avrebbe aggredito Paglia per un problema legato a una partita di hashish, minacciandolo anche con una pistola. Giorgi, che era insieme a Paglia per acquistare cocaina, avrebbe estratto un coltello ma, spaventato, sarebbe poi andato ad armarsi, chiedendo anche l’intervento di Agatino Mascali, di Tor San Lorenzo, figlio di un pentito. Giorgi si è quindi diretto a casa di Paglia a Cecchina e a quel punto Mascali, contattando Fragalà e Pisani, avrebbe con quest’ultimi deciso di cogliere l’occasione per eliminare Giorgi, col quale tanto Fragalà quanto il suocero di Mascali, Santo D’Agata, avrebbero avuto un debito di centomila euro. Fingendo di recarsi dall’amico per aiutarlo, la vigilessa, il compagno e Mascali avrebbero così deciso di regolare i conti, eliminando Giorgi e poi facendo fuoco anche sugli altri. Un episodio su cui ha indagato l’Antimafia e che ha portato gli investigatori a scandagliare i rapporti tra i soggetti coinvolti e la mafia catanese.
Mascali, che sarebbe rimasto sulla porta, era già stato condannato in via definitiva a otto anni di reclusione, mentre era stato definitivamente assolto lo zio di quest’ultimo, Pietro Cutuli, di Ardea. E ora è confermata anche la condanna di Fragalà a 26 anni e Pisani a 16, con tanto di risarcimento alle parti civili, rappresentate, tra gli altri, dagli avvocati Dino Lucchetti e Claudio Maria Cardarello.