Resta altissima la tensione sul tema rifiuti nel Comune di Albano, da tempo finito sulla graticola mediatica per via del VII invaso della locale discarica di Roncigliano. Si tratta dell’ultima maxi buca, attiva da agosto 2011, che riceve ogni anno circa 100mila tonnellate di rifiuti indifferenziati provenienti da Castel Gandolfo, Rocca di Papa, Marino, Ariccia, Genzano, Lanuvio, Nemi, Ardea e Pomezia. Da maggio 2014, la gestione poco trasparente di questo cimitero dei rifiuti è divenuta il filone principale di due procedimenti giudiziari , il “processo Cerroni” ed il “Cerroni bis”, che hanno coinvolto il monopolista regionale della spazzatura Manlio Cerroni, proprietario del sito, l’ex direttore dell’impianto Giuseppe Sicignano, ma anche numerose altre personalità del mondo della politica e delle pubbliche Istituzioni (leggi il Caffè n.347). Una situazione che ha creato non poco imbarazzo dentro Palazzo Savelli, sede della casa comunale. Ma a tutto ciò, ora, s’aggiungono pure i problemi “interni” sul presunto fallimento del porta a porta, sul caro-bollette e sulla richiesta dei cittadini di una gestione più chiara dell’Ufficio Ambiente.
«IL PORTA A PORTA? UN FALLIMENTO»
“Dai dati in nostro possesso – sbotta il super Presidente De Marzi – ad Albano la raccolta differenziata porta a porta per l’anno 2015, dal mese di gennaio a quello di ottobre compresi, si è fermata ad un misero 21,31% e raggiunge a malapena la metà dei residenti: un fallimento. Un risultato ancor più insoddisfacente – sottolinea De Marzi – visto e considerato che il porta a porta è partito da oltre 2 anni e mezzo, per la precisione da giugno 2013. Una percentuale ben lontana dal 26% sbandierato a fine anno dall’Amministrazione comunale ed ancora di più dal limite minimo del 65% imposto dalla legge. Eppure, nello stesso arco di tempo molti comuni italiani ed europei sono stati in grado di raggiungere vette anche superiori al 75%. Tutto ciò, fa male a Roncigliano.”
CARO-BOLLETTE
“Inoltre – secondo il portavoce del CCQ – la bolletta della spazzatura ad Albano è più cara di Genzano e Ariccia. Niente a che vedere con quanto annunciato qualche settimana fa dal consigliere Andreassi. Per un appartamento ad uso residenziale di circa 100mq, con residenti da 1 a 4 persone – argomenta mentre ci mostra bollette e conti – si paga in media una cifra che va da circa il 10% a circa il 20% in più.”
I RISTORI, CHE FINE FANNO?
“Senza considerare, per di più – sostiene De Marzi – che Albano percepisce un ricco ‘ristoro ambientale’ dai Comuni che sversano i propri rifiuti indifferenziati a Roncigliano. Denaro che serve a compensare, per così dire, il disturbo che il nostro Comune subisce nel dover sotterrare pattume altrui, per di più non differenziato, nel proprio territorio, con le conseguenze igienico-sanitarie che ben conosciamo. Una somma pari, per il 2013 – racconta al Caffè con carte e documenti alla mano – ad 1 milione e 30mila euro, ad oltre 800mila euro per il 2014 e ad oltre 800mila euro per il 2015. Questi soldi, chiediamo pubblicamente, vengono utilizzati per il decoro urbano? Per migliorare il verde pubblico? Per le bonifiche ambientali? Per migliorare il porta a porta? O, forse vengono spalmati alla bisogna per vicende che nulla hanno a che vedere con la tutela della salute e dell’ambiente? Purtroppo – aggiunge con rammarico De Marzi – fino ad oggi nessuno è stato in grado di rispondere alle nostre domande né, tanto meno, a quelle della consigliera Gabriella Sergi che ha ottenuto tutti questi dati. Insomma, sono davvero troppi i punti pochi chiari che costellano la gestione del settore rifiuti comunale. È giunta l’ora – conclude laconico – di fare chiarezza davanti ai cittadini!”
UNA LUNGHISSIMA… “SPERIMENTAZIONE”
Intanto, “da lunedì 22 febbraio – annuncia con un comunicato stampa il consigliere Luca Andreassi – partirà per circa 300 famiglie un servizio sperimentale con importanti innovazioni che riguardano la raccolta dell’umido, della carta e dell’indifferenziato”. Si tratta di buste col microchip che permettono di associare i rifiuti differenziati alla famiglia che li ha prodotti.