La storia di Luca somiglia ad un tunnel senza uscita. Abita in una bella casa, in via Pontinia, che è tutto quello che gli consente di avere una vita dignitosa: è separato dalla moglie e da cinque anni non ha un lavoro. Le sue tre figlie minori trascorrono il weekend con lui nell’abitazione dove, prima che morissero di tumore, vivevano i suoi genitori. Luca ricorda ancora l’angolo dove la mamma gli preparava la frittata e custodisce gelosamente i suoi ricordi in ogni piccolo spazio della casa. Purtroppo, non riesce a scrollarsi di dosso le conseguenze del grosso debito che il padre non ha estinto e lui ha ereditato. Secondo quanto Luca racconta a Il Caffè ammonta a 50mila euro. A causa del denaro che il padre di Luca doveva alla banca, la casa da cui Luca non riesce a staccarsi è diventata di proprietà della curatela fallimentare prima che il genitore venisse a mancare. Da quel giorno sono state effettuate varie aste, andate deserte, ed il valore dell’immobile è drasticamente sceso. Se inizialmente era un’abitazione dal valore di circa 375mila euro, le aste e la situazione giudiziaria – ci spiega il legale che sta seguendo il caso – hanno fatto scendere di quasi tre quarti il valore dell’abitazione.
«Ci tengo a far capire che ho tutte le intenzioni di estinguere il debito, ma il prezzo che mi si chiede di pagare è troppo alto». Luca, infatti, ha avuto un permesso speciale per restare all’interno data la sua condizione economica e le tre figlie minori, ma dovrà lasciare l’abitazione dove abita. Dopo proroghe su proroghe del provvedimento di sfratto, che vanno avanti dal mese di giugno dello scorso anno, l’11 marzo è il giorno inderogabile del giudizio. «Come previsto dalla normativa vigente – si legge nella raccomandata che ha ricevuto – per tale data si procederà alla richiesta dell’assistenza della forza pubblica, all’eventuale apertura forzata della porta ed al cambio della serratura». L’appello di Luca è a chiunque possa dargli una mano a trovare un lavoro per potere – forse – un giorno riuscire a ricomprare la casa e dare un senso a questa triste storia.
«Ci tengo a far capire che ho tutte le intenzioni di estinguere il debito, ma il prezzo che mi si chiede di pagare è troppo alto». Luca, infatti, ha avuto un permesso speciale per restare all’interno data la sua condizione economica e le tre figlie minori, ma dovrà lasciare l’abitazione dove abita. Dopo proroghe su proroghe del provvedimento di sfratto, che vanno avanti dal mese di giugno dello scorso anno, l’11 marzo è il giorno inderogabile del giudizio. «Come previsto dalla normativa vigente – si legge nella raccomandata che ha ricevuto – per tale data si procederà alla richiesta dell’assistenza della forza pubblica, all’eventuale apertura forzata della porta ed al cambio della serratura». L’appello di Luca è a chiunque possa dargli una mano a trovare un lavoro per potere – forse – un giorno riuscire a ricomprare la casa e dare un senso a questa triste storia.
21/02/2016