30 le irregolarità riscontrate nel Lazio: di queste 11 a Roma e provincia mentre 7 sono a Latina e provincia.
Le irregolarità sono state rilevate a seguito di analisi e controlli, mediante l’incrocio di banche dati, sulla posizione di oltre 10 mila imprese destinatarie di 411 milioni di euro erogati.
La disposizione in parola è finalizzata a promuovere l’autoimpiego delle persone in cerca di lavoro tramite l’avvio di nuove iniziative imprenditoriali o di lavoro autonomo. Per beneficiare dei contributi è necessario aver determinati requisiti e rispettare alcuni vincoli come essere non occupati alla data di presentazione della domanda del contributo; comunicare all’Ente erogatore l’avvenuta cessazione dell’attività economica destinataria del contributo pubblico se questo avviene prima di un quinquennio; non essere titolari di quote o azioni di altre società ammesse a benefici; non richiedere altre agevolazioni, anche fiscali per 36 mesi dalla concessione dei benefici; non trasferire al di fuori dell’azienda i beni ed i diritti aziendali ammessi al contributo.
I 1.079 soggetti individuati non hanno rispettato i vincoli previsti anche attraverso comportamenti fraudolenti come la redazione di atti falsi.
L’esito delle analisi è attualmente al vaglio dei competenti Comandi territoriali della Guardia di Finanza che stanno provvedendo a concludere gli accertamenti necessari per l’avvio dei procedimenti penali davanti alle Autorità Giudiziarie ordinarie e di quelli per responsabilità erariale davanti a quelle contabili.
Nel frattempo Invitalia ha già attivato le procedure di revoca dei benefici e le conseguenti iniziative legali per il recupero dei fondi. Nel complesso, l’attività di analisi dei fondi erogati ai sensi del Decreto Legislativo 185/2000 ha sin qui consentito all’individuazione di 3.420 posizioni irregolari con un conseguente obbligo di restituzione di fondi per oltre 100 milioni di euro.