Tra i principali nodi venuti al pettine dei giudici della sezione regionale di controllo per il Lazio, c’è quello del “permanere della scarsa capacità” dell’ente di riscuotere le entrate “riferite alle sanzioni amministrative pecuniarie per violazione del codice della strada e recupero dell’evasione tributaria, in particolare Imu e Tares”. Il Comune ha precisato che, proprio alla luce di tale problema, nei primi mesi del 2012 ha affidato il servizio di riscossione a una società esterna, l’Aipa, e che le procedure di riscossione coattiva sono state avviate negli ultimi mesi del 2014. Una spiegazione davanti alla quale la Corte dei Conti ha replicato specificando che continuerà a monitorare il fenomeno. E lo stesso monitoraggio verrà compiuto, per i prossimi bilanci, sui residui passivi, crediti ormai inesigibili, che superano il 40%, anche se i riaccertamenti sono stati avviati. Dito puntato inoltre sui debiti fuori bilancio, che nel 2013 sono stati riconosciuti per 634.326 euro, e sui pignoramenti presso il tesoriere, sempre nel 2013, per 98.741 euro.
In totale le criticità su cui ha battuto la magistratura contabile sono state dieci e con la delibera ora varata i giudici hanno informato il Comune che continueranno su quei punti a prestare appunto la massima attenzione. Ora il sindaco e lo stesso consiglio comunale, esaminando gli ennesimi richiami ricevuti dalla giustizia contabile, dovranno decidere quali altre azioni portare avanti per cercare di garantire una sana gestione delle finanze pubbliche ad Ardea. Tanti sicuramente i problemi ereditati, frutto di scelte sbagliate compiute nel passato, ma un’inversione decisa di tendenza è indispensabile per evitare che in futuro la situazione possa sfuggire di mano, con il conseguente danno per la collettività.