Molti sono già arrivati, tanti altri ne arriveranno, senza che i sindaci possano sapere né come, né dove, né quando: l’accoglienza dei rifugiati riguarda ormai tutta Italia ma le modalità con cui il Governo sta gestendo l’emergenza continua a destare malumori e perplessità, soprattutto in provincia di Latina. Gli amministratori, come più volte sollevato nel corso delle assemblee dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) di cui fanno parte i sindaci di Aprilia, Cisterna e Fondi, si sentono infatti bypassati e impreparati a fronteggiare eventuali criticità. Il perché è presto detto: l’accoglienza viene gestita direttamente dalle prefetture che, tramite appositi bandi, affidano ad enti idonei gli stranieri in cerca di asilo. Pubblico e privato, tuttavia, vengono messi sullo stesso piano e se un’associazione viene ritenuta adatta per l’accoglienza di 30, 40, anche 50 stranieri, l’amministrazione del Comune in cui ricade la struttura non viene neppure informata. Il sistema, imposto dal Governo a tutte le province d’Italia, non è piaciuto agli amministratori del Lazio e di altre regioni che hanno presentato un’interrogazione al Ministro dell’Interno Angelino Alfano. E se il sindaco di Fondi Salvatore De Meo ha deciso di non aderire a nessuno di questi bandi in quanto convinto che la città faccia già abbastanza per l’integrazione, la strategia adottata dal Comune di Aprilia sta facendo scuola. «La prefettura non mi informa? – commenta il primo cittadino Antonio Terra – nessun problema mi rivolgo direttamente alle associazioni». E così, con un rapporto diretto e costante con le realtà che si occupano di accoglienza, il sindaco è riuscito a tenere l’emergenza sotto controllo e, addirittura, a renderla una risorsa per la città. «Grazie ad una convenzione portata in Consiglio – aggiunge lo stesso – siamo riusciti a stanziare una piccola somma per far svolgere ad una parte dei rifugiati lavori socialmente utili. E a beneficiarne non è soltanto la città ma anche chi svolge l’attività in quanto si integra ed impara la lingua anziché restarsene tutto il giorno con le mani in mano». Un’idea che potrebbe essere sposata anche dal comune di Cisterna, dove si trova una delle più grandi e attrezzate cooperative che ha accolto negli ultimi mesi il maggior numero di rifugiati.
L’emergenza dei minorenni
Una particolare richiesta di aiuto dalle Prefetture è arrivata anche per quanto riguarda i minorenni, bisognosi di un tipo di accoglienza straordinaria che comprenda assistenza quotidiana, istruzione scolastica, educatori e cure sanitarie specifiche. In questo caso gli organi periferici del Ministero dell’Interno si sono rivolti direttamente ai primi cittadini affinché potessero reperire strutture e personale idonei. Nel caso in cui un comune si fosse dimostrato disponibile su questo fronte, la Prefettura ha assicurato che la città non sarebbe stata gravata con un ulteriore numero di rifugiati adulti. Benché la causa abbia sensibilizzato molti amministratori, pochi hanno deciso di aderire: «Avremmo voluto – spiega il sindaco di Aprilia Antonio Terra – ci abbiamo pensato a lungo, ma non abbiamo le strutture ideone e già abbiamo difficoltà nel gestire i nostri minorenni in difficoltà, ben 47, che sono sparsi nelle strutture di mezza provincia. Proprio poche settimane fa , la nascita di un bambino non riconosciuto dalla donna che l’ha partorito di cui, naturalmente, si sono fatti carico i servizi sociali del Comune, ci ha richiesto uno sforzo non indifferente. La città proprio non ha le risorse per accudire altri minorenni in difficoltà».
Una particolare richiesta di aiuto dalle Prefetture è arrivata anche per quanto riguarda i minorenni, bisognosi di un tipo di accoglienza straordinaria che comprenda assistenza quotidiana, istruzione scolastica, educatori e cure sanitarie specifiche. In questo caso gli organi periferici del Ministero dell’Interno si sono rivolti direttamente ai primi cittadini affinché potessero reperire strutture e personale idonei. Nel caso in cui un comune si fosse dimostrato disponibile su questo fronte, la Prefettura ha assicurato che la città non sarebbe stata gravata con un ulteriore numero di rifugiati adulti. Benché la causa abbia sensibilizzato molti amministratori, pochi hanno deciso di aderire: «Avremmo voluto – spiega il sindaco di Aprilia Antonio Terra – ci abbiamo pensato a lungo, ma non abbiamo le strutture ideone e già abbiamo difficoltà nel gestire i nostri minorenni in difficoltà, ben 47, che sono sparsi nelle strutture di mezza provincia. Proprio poche settimane fa , la nascita di un bambino non riconosciuto dalla donna che l’ha partorito di cui, naturalmente, si sono fatti carico i servizi sociali del Comune, ci ha richiesto uno sforzo non indifferente. La città proprio non ha le risorse per accudire altri minorenni in difficoltà».
10/02/2016