Continua sui Monti Lepini il tour di presentazioni del libro di Salvatore D’Incertopadre, “il sindacalista”. Prossima tappa è Maenza dove sabato 16 gennaio alle ore 17:00 nella suggestiva cornice del Castello Baronale, l’autore parlerà del suo volume insieme al sindaco Claudio Sperduti e all’avvocato Sandro Pucci, già sindaco e studioso di storia locale.
Il libro, edito da Atlantide editore, narra le vicende di D’Incertopadre, ex segretario generale della Cgil pontina, i suoi trentatré anni di vita a Latina, dove si trasferisce da Napoli, alla fine degli anni ’70, assunto come impiegato tecnico alla Marconi Italiana di Cisterna, scanditi tra militanza sindacale e vissuto personale.
Una memoria preziosa, sia perché è la prima, resa pubblica, di un segretario provinciale della locale Cgil sia perché narra di un periodo tra i più duri per il mondo del lavoro salariato, a partire dagli anni ’80, l’inizio del riflusso e della deindustrializzazione in un territorio dove la Cassa per il Mezzogiorno aveva consentito un vero e proprio boom di fabbriche, tante multinazionali, e operai.
Un racconto in presa diretta di chi ha vissuto in prima persona le più dure vertenze tra cui quella paradigmatica della Goodyear di Cisterna. Una narrazione, tra pubblico e privato, condita con simpatica ironia ma senza sconti per nessuno, nemmeno per il sindacato. Il volume è impreziosito dalla prefazione del segretario generale della Cgil Susanna Camusso che così lo consiglia ai lettori:
“In un momento come l’attuale, con il mondo del lavoro sempre più frammentato il libro di D’Incertopadre può essere una buona lettura per chi vuole comprendere cosa davvero significhi essere sindacalisti, al di là degli stereotipi, in un territorio come quello di Latina. Nell’amarezza per quanto non si è ancora riusciti a ottenere, nella soddisfazione per i risultati che all’esterno potrebbero sembrare scontati e sono invece costruiti con fatica e tenacia spesso sacrificando la vita familiare a favore di quella sindacale, sta il messaggio di D’Incertopadre che spiega bene come quello del sindacalista non sia un mestiere ma una scelta di campo e di valori. In definitiva, una vera e propria scelta di vita”.