Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri e condotte dai Carabinieri della Compagnia di Pomezia, anche con l’ausilio di attività tecniche, hanno consentito di accertare che i primi 14 indagati predisponevano l’ingresso illegale dalla Grecia in Italia di stranieri, prevalentamente originari del Medio Oriente, e organizzavano anche per costoro matrimoni simulati con cittadine italiane in modo da far ottenere la carta di soggiorno per motivi familiari. I matrimoni venivano contratti all’estero e successivamente regolarizzati in Italia per attivare la procedura di rilascio della carta di soggiorno. Nel corso dell’attività investigativa, sono state sequestrate numerose copie di documenti di identità egiziani e copie di certificati di matrimoni tra cittadine italiane e cittadini egiziani ed acquisita documentazione probatoria di unioni civili presso i comuni di Roma, Pomezia e Ardea.
Due cittadini siriani sono stati individuati quali promotori e organizzatori dei viaggi e dei matrimoni “combinati”, che potevano raggiungere il costo di 10mila euro. Molteplici donne italiane, per il loro ruolo nell’organizzazione, percepivano 500 euro a viaggio. In particolare, le donne raggiungevano la Grecia in aereo (in pochi casi in nave), con biglietti che erano stati preventivamente acquistati con carte prepagate intestate ai suddetti cittadini siriani, ma solo dopo avere già interessato un referente di origine egiziana sul posto, il quale individuava i clienti, cioè gli uomini interessati a raggiungere l’Italia, ai quali far contrarre matrimonio. Tramite un ulteriore intermediario in loco, venivano anche forniti documenti falsi. Le donne raggiungevano i futuri “mariti” e facevano ritorno in Italia, giungendo in porti e aeroporti che variavano di volta in volta. Al momento della partenza e allo sbarco, per evitare i controlli, le coppie simulavano una relazione sentimentale spacciandosi per fidanzati o per semplici amici.
Si è inoltre accertato che i due siriani seguivano interamente la pratica relativa ai matrimoni, che venivano celebrati in Egitto mediante un contatto in loco, e successivamente si adoperavano affinché lo straniero, una volta in Italia, potesse ottenere la carta di soggiorno, spesso accompagnandolo di persona e insieme alla “moglie italiana”, presso gli uffici competenti per il disbrigo delle pratiche ai fini del ricongiungimento familiare. Dopo un certo periodo veniva avanzata richiesta di divorzio.
Nell’ambito delle stesse indagini, i Carabinieri hanno accertato che gli ulteriori cinque indagati, tra i quali uno già compreso tra i 14 precedenti, gestivano una costante attività di spaccio di sostanze stupefacenti in spiaggia, lungo il litorale pometino e romano, e presso il complesso popolare del comune di Ardea denominato “Le Salzare”.
Durante l’attività investigativa i Carabinieri sono riusciti a disarticolare alcuni gruppi criminali, operanti nelle zone di Ardea e sul lungomare di Torvaianica, in località Campo Ascolano, che avevano messo in piedi una fiorente attività di spaccio giovandosi, per ostacolare i controlli, di “vedette” e di utenze di cellulari intestate a soggetti fittizi, spacciando in spiaggia e in posti di volta in volta diversi, nonché sotterrando lo stupefacente all’interno della fitta boscaglia della pineta di Campo Ascolano, come tra l’altro già ampiamente riscontrato con la precedente indagine dei Carabinieri della Compagnia di Pomezia del 2013, denominata “Dune Selvagge”.
Uno dei principali punti di spaccio dei gruppi criminali era rappresentato dalle dune tra Torvaianica e Capocotta, dove il cliente, dopo numerosi contatti telefonici, veniva prima raggiunto da collaboratori dello spacciatore, che lo indirizzavano prima verso una persona addetta a ritirare il prezzo della dose, e in seguito su una duna dove stazionava un’altra persona, addetta alla consegna materiale della sostanza stupefacente. Nel corso dell’attività investigativa sono state sequestrate numerose copie di documenti di identità egiziani e copie di certificati di matrimoni tra cittadine italiane e cittadini egiziani, nonché è stata acquisita documentazione probatoria di unioni civili presso i comuni di Roma, Pomezia e Ardea, oltre che una contabilità dei movimenti di denaro per le attività illecite. Inoltre sono state arrestate cinque persone, tre marocchini e due tunisini, e sono stati sequestrati un kg di marijuana e 300 grammi di hashish.
Nel corso delle perquisizioni di oggi, che hanno visto impiegati oltre 150 Carabinieri, unità cinofile e un elicottero, è stato arrestato in flagranza di reato un italiano di 28 anni, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio e possesso ingiustificato di armi improprie. I militari hanno sequestrato circa 11 kg di marijuana e 2 di hashish. Le persone colpite da ordinanza di custodia cautelare in carcere e quella arrestata in flagranza di reato sono state associate presso il carcere di Velletri, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.