«Siamo felici di ospitare nelle sale espositive delle Scuderie Aldobrandini una personale di pittura affascinante come quella di Enry Carter, un autore che vive intensamente il nostro territorio e la cui sensibilità estetica gli permette di cogliere e di fissare sulla tela aspetti originali – dichiara la Consigliera delegata alla Cultura e al Turismo Francesca Neroni -. Come Amministrazione riteniamo che sia importante presentare al pubblico anche gli autori che vivono e operano nel territorio tuscolano, per documentare l’attività e la ricerca pittorica che quotidianamente trae ispirazione dai nostri luoghi. E devo dire che nel mio lavoro quotidiano entro in contatto con numerose realtà artistiche che rendono unici e preziosi i comuni dei Castelli Romani. Ringrazio per questo l’autore Enry Carter, il curatore Roberto Di Nunzio e quanti a vario titolo hanno collaborato per la sua realizzazione».
L’attività artistica di Carter è il desiderio di rappresentare realisticamente scorci già visti che il più delle volte passano inosservati (paesaggi caratteristici dei Castelli Romani o più semplicemente ai volti di personaggi noti o ad alcune campagne pubblicitarie che hanno fatto storia). Nelle sue opere si assiste ad un desiderio artistico di rendere e di riflettere le impressioni di vita reale multidimensionale su una tela con i conseguenti limiti e vantaggi, usando carta colorata in una rappresentazione materica alla vista ed al tatto. E’ indubbio, che l’attività artistica di Carter è in continua evoluzione, come se stesse cercando il suo linguaggio personale della rappresentazione pittorica, in una continua ispirazione di maestri impressionisti.
Il “credo creativo” di Carter è palese nella rappresentazione degli scorci paesaggistici dove tutto è plastico, è materico, e impetuosamente realistico e tridimensionalmente affascinante. Il gioco di ombre sottrae alle immagini rappresentate, tutto quello che c’è di superfluo, lasciando all’osservatore l’essenza immaginativa. Sembra di ripercorrere i capolavori del “cartellonismo” diventati in seguito vere e proprie opere d’arte, realizzati da Jules Cheret ed Enri de Tolouse Lautrec raffiguranti la boheme parigina di fine ‘800, passando per Warhol e giungere fino ai giorni nostri con le opere di Waldemar Swierzy. Insomma sarà davvero divertente ripercorrere il ventesimo secolo della cartellonistica pubblicitari più ambiziosa attraverso le opere di Carter.