Oltre al danno la beffa. L’anziana titolare di una ricevitoria del lotto, a Ciampino, è stata raggirata da sedicenti tecnici, che con la scusa di aggiornare il software hanno fatto oltre 800mila euro di giocate senza pagare un centesimo, e ora, proprio per quell’ingente somma mai incassata, la donna è stata condannata dalla Corte dei Conti a risarcire quasi 750mila euro ai Monopoli, che le hanno pure revocato la concessione.
Il 5 agosto 2012, la Lottomatica spa, società concessionaria della riscossione dei proventi del gioco del Lotto, riscontrò un’anomala raccolta delle giocate del 10eLotto nella ricevitoria di Luciana Battistelli, a Ciampino. L’attività, che aveva una media di 45 euro di incassi a settimana, in due giorni risultava aver effettuato giocate per 812.048 euro. In via precauzionale il terminale della ricevitoria venne disattivato e l’Amministrazione autonoma Monopoli di Stato eseguì subito una verifica. Nell’attività di Ciampino gli ispettori trovarono un collaboratore della 72enne, Federico Toppi. In quel periodo la donna era in malattia e l’assistente riferì di non aver assolutamente incassato somme così alte, ma che si erano presentati da lui degli uomini, qualificatisi come tecnici della Lottomatica, dicendo che dovevano fare degli aggiornamenti sul software del terminale di gioco. Disse anche che aveva visto diverse stampate, ma che i presunti tecnici gli avevano riferito che si trattava di prove. All’apparenza dunque la ricevitoria era stata truffata.
Per quelle giocate, presso altri ricevitori vennero incassate anche vincite e a Battistelli, dopo essere stata sospesa la concessione, la Corte dei Conti chiese di risarcire 1.067.494 euro al Ministero dell’economia e finanze. Inutile la denuncia presentata dalla 72enne ai carabinieri di Santa Maria delle Mole, che ha portato all’apertura di un’inchiesta.
La condotta di Toppi è stata ora ritenuta dai giudici una “grave negligenza”, della quale risponde la titolare della ricevitoria, che “non ha provveduto a istruire e controllare il suo collaborante secondo le direttive impartite dalla Lottomatica spa con nota del 20 aprile 2012, con cui raccomandava a tutti i ricevitori di non consentire ad alcun soggetto l’accesso al terminale di gioco, se non a personale debitamente autorizzato e in possesso del badge di manutenzione, senza il quale nessuna operazione doveva essere effettuata sul terminale”. Nessuno avrebbe dovuto dunque mettere le mani sul software del Lotto. E per l’omesso versamento delle giocate, seppure compiute con truffa, alla fine Battistelli è stata così condannata a pagare 747.419 euro.
Il 5 agosto 2012, la Lottomatica spa, società concessionaria della riscossione dei proventi del gioco del Lotto, riscontrò un’anomala raccolta delle giocate del 10eLotto nella ricevitoria di Luciana Battistelli, a Ciampino. L’attività, che aveva una media di 45 euro di incassi a settimana, in due giorni risultava aver effettuato giocate per 812.048 euro. In via precauzionale il terminale della ricevitoria venne disattivato e l’Amministrazione autonoma Monopoli di Stato eseguì subito una verifica. Nell’attività di Ciampino gli ispettori trovarono un collaboratore della 72enne, Federico Toppi. In quel periodo la donna era in malattia e l’assistente riferì di non aver assolutamente incassato somme così alte, ma che si erano presentati da lui degli uomini, qualificatisi come tecnici della Lottomatica, dicendo che dovevano fare degli aggiornamenti sul software del terminale di gioco. Disse anche che aveva visto diverse stampate, ma che i presunti tecnici gli avevano riferito che si trattava di prove. All’apparenza dunque la ricevitoria era stata truffata.
Per quelle giocate, presso altri ricevitori vennero incassate anche vincite e a Battistelli, dopo essere stata sospesa la concessione, la Corte dei Conti chiese di risarcire 1.067.494 euro al Ministero dell’economia e finanze. Inutile la denuncia presentata dalla 72enne ai carabinieri di Santa Maria delle Mole, che ha portato all’apertura di un’inchiesta.
La condotta di Toppi è stata ora ritenuta dai giudici una “grave negligenza”, della quale risponde la titolare della ricevitoria, che “non ha provveduto a istruire e controllare il suo collaborante secondo le direttive impartite dalla Lottomatica spa con nota del 20 aprile 2012, con cui raccomandava a tutti i ricevitori di non consentire ad alcun soggetto l’accesso al terminale di gioco, se non a personale debitamente autorizzato e in possesso del badge di manutenzione, senza il quale nessuna operazione doveva essere effettuata sul terminale”. Nessuno avrebbe dovuto dunque mettere le mani sul software del Lotto. E per l’omesso versamento delle giocate, seppure compiute con truffa, alla fine Battistelli è stata così condannata a pagare 747.419 euro.
17/12/2015