USCIRE DALLA FOGNA
Ora a Marino la politica è di nuovo in movimento e tutti sono già concentrati sul prossimo appuntamento elettorale. Il centrosinistra spera di riuscire a rimettersi al timone della città e di farlo, visto il trauma Silvagni, senza troppa difficoltà, nonostante durante i lunghissimi giorni della crisi lo stesso Pd non sia apparso avere le idee molto chiare né essere intenzionato a premere più di tanto sull’acceleratore del tutti a casa. A destra invece si sta cercando un sistema per uscire fuori dal guado. Grandi manovre dunque. Con tutti gli occhi puntati sul nuovo appuntamento con l’urna, c’è però chi sta scandagliando ancora quanto accaduto col vecchio. Le spese fatte dai diversi partiti e movimenti che avevano preso parte alle elezioni 2014 non convincono affatto la Corte dei Conti. Ma a Marino qualcosa non sembra stia andando per il verso giusto. Le verifiche sulle spese elettorali devono essere concluse nell’arco di sei mesi, che si iniziano a calcolare dal momento in cui ai magistrati viene depositata la relazione con tutte le diverse spese fatte da partiti e movimenti. Quelle per le elezioni svoltesi a Marino tra il 25 e il 26 maggio 2014 sono state trasmesse alla Corte dei Conti il 14 maggio scorso.
RENDICONTI LACUNOSI
Il termine per ultimare gli accertamenti era stato fissato al successivo 13 novembre. I magistrati si sono però scontrati con tante, tantissime lacune nei rendiconti e l’assenza di documenti utili a giustificare il denaro speso.
Nello specifico, come si legge in una delibera della Corte dei Conti sulla vicenda:
“I consuntivi presentati sono risultati incompleti e privi di documentazione giustificativa. Pertanto è ancora in corso la relativa attività istruttoria”.
Il collegio di controllo sulle spese elettorali, istituito presso la sezione regionale di controllo per il Lazio della Corte
La legge n. 96 del 2012 sui contributi ai partiti ha stabilito che, nelle competizioni elettorali in Comuni con oltre 15mila abitanti, la magistratura contabile debba analizzare la conformità alla norma delle spese sostenute da partiti, movimenti, liste e gruppi di candidati. Controlli dunque a Marino come in tutta Italia. È sui Comuni l’obbligo di presentare alla Corte dei Conti la lista dettagliata delle varie spese, con i documenti che le giustificano, affinché i giudici possano appurare che tutte sono state in linea con quanto previsto dalla legge. Le indagini dei Carabinieri mostrano che in certi Comuni era ben altra la contabilità alla quale politici, funzionari e picciotti erano attenti.