Ma dal servizio restano escluse le tre zone di Ardea che dovevano essere servite: Montagnano, Montagnanello e Villaggio Ardeatino. Ardea è scomparsa dall’operazione. Non è citata tra i Comuni beneficiari del mega-depuratore dei Castelli nella delibera n. 618 emanata dalla Giunta regionale il 10 novembre. Delibera intitolata “Protocollo di intesa per la messa in funzione e il successivo trasferimento della gestione del nuovo depuratore intercomunale nel Comune di Ardea loc. Montagnano ad ACEA ATO 2 S.p.A.”.
Il gigantesco impianto è situato a Montagnano di Ardea, a due passi dalla via Ardeatina e dalla discarica di Roncigliano. Costato circa 22 milioni di euro pubblici, sborsati per intero dalla Regione Lazio, è stato finito ed ultimato da giugno 2013 ma, da allora, è rimasto fermo senza mai essere messo in funzione. È destinato a sanificare i reflui fognari di buona parte di Albano, e poi Ariccia, Genzano, Lanuvio, Nemi e, secondo i proponenti, anche parte di Ardea nord-est. Ma ora, secondo la Regione, quei quartieri di Ardea ne sono esclusi.
IN PRIMAVERA PARTIRÀ IL DEPURATORE
«Ci sarà, a breve – spiega ancora l’ingegner Piotti – prima un funzionamento provvisorio, per la fase di collaudo. Per poi procedere con il funzionamento definitivo. Vi confermo che a primavera vi sarà la messa in funzione dell’impianto (cosa dichiarata a il Caffè dal capo dei tecnici regionali all’ambiente, ing. Mauro Lasagna, ndr). L’Acea dovrà anche realizzare alcuni interventi sul depuratore prima di metterlo in funzione». Come confermato al Caffè dall’Assessore regionale all’Ambiente e Infrastrutture, Fabio Refrigeri, si tratta di lavori che costeranno “oltre un milione e 600mila euro e che sono necessari al completamento dell’impianto intercomunale di depurazione”. Da parte sua l’Acea, tramite l’Ufficio Stampa, invece ha dichiarato sibillina al Caffè: «In questo momento siamo fermi. Stiamo aspettando ancora il via libera da parte della Regione Lazio. Che, a sua volta, sta aspettando il via libera dall’Area Metropolitana in relazione a questioni burocratiche. Punto».
SCACCO MATTO AL COMUNE DI ARDEA
Escluso da ogni trattativa amministrativa o tecnica il Comune di Ardea, che ospita il depuratore e sarebbe il “naturale proprietario dell’impianto”. Almeno così c’è scritto nel verbale della riunione del 19 febbraio 2014 tra il commissario della Provincia di Roma, prefetto Carpino, l’assessore Refrigeri, i 5 sindaci di Albano, Ardea, Ariccia, Genzano e Lanuvio. Il verbale è sottoscritto dall’ing. Piotti.
Il sindaco di ARdea, Luca Di Fiori, voleva negare l’autorizzazione all’allaccio in fogna per via dei circa 10 milioni di euro promessigli dalla Regione per fare fognature e condotte idriche ma mai arrivati ad Ardea. Di Fiori dice: «Il mio Comune non potrà nemmeno procedere col blocco dell’allaccio in fogna», più volte minacciato, visto che «in Conferenza dei servizi, presso l’Area metropolitana stanno trovando un escamotage per superare anche questo aspetto tecnico». E poi lo schiaffo più brutto: «Non sono mai arrivati dalla Regione Lazio – ha ringhiato ancora il sindaco – nemmeno i soldi, più volte promessi, per realizzare le opere di compensazione».
LA IDRICA: «FAREMO CAUSA»
In un’accorata telefonata, Di Fiori a novembre spiegava a il Caffè che «la lotta tra Acea e Idrica Srl non c’entra nulla» in questa scandalosa vicenda e ai fini dello sblocco del depuratore dei Castelli. Idrica è la società che per contratto ha la gestione dei servizi idrici ad Ardea fino al 2020. Nei giorni scorsi Marta Tagliaferri, Amministratrice delegata di Idrica, ci ha descritto uno scenario ben diverso, a conferma di quanto già raccontato in passato da il Caffè: «Siamo stati esclusi da ogni comunicazione – tuona la giovane manager -, nessuna risposta da parte della Regione Lazio, nemmeno alla richiesta di appuntamenti da noi richiesti in qualità di concessionari in esclusiva dei servizi idrici di Ardea. Non a caso sul depuratore dei Castelli sono stati fermi oltre 2 anni. È proprio il caso di dire – ha chiosato – che i più grossi vincono sempre. Ma adiremo le vie giudiziarie. Confido nella legge. Se non oggi, tra qualche anno pagheranno».
SICURI CHE È TUTTO PRONTO?
La domanda, a questo punto, sorge spontanea: il nuovo depuratore partirà entro la primavera… del 2016? Nella succitata delibera n. 618, la Giunta Zingaretti dice che “l’eventuale presenza di altri operatori che gestiscano il servizio idrico per conto di singoli Comuni ricompresi nel perimetro dell’ATO n. 2, indipendentemente dalla legittimità del relativo affidamento e della conseguente prosecuzione nella relativa gestione, non può costituire un impedimento alla consegna, in favore del gestore unico d’ambito, dei beni strumentali all’erogazione del servizio su base sovracomunale, come nel caso in questione”. Ma quella delibera può solo dare un indirizzo, non basta per consegnare in gestione un impianto del genere. Per ora di sicuro c’è solo l’annuncio dell’Assessore regionale all’Ambiente Fabio Refrigeri: «Giunge a conclusione l’iter amministrativo per l’avvio del funzionamento dell’infrastruttura». In realtà mancano altri, fondamentali passaggi.