Uno sguardo non fa concussione. E neppure presentarsi in un’attività commerciale in divisa o saltare la fila. Quando alla base dell’accusa vi sono solo tali elementi è difficile che quell’accusa regga. Ma, nonostante ciò, un carabiniere aveva incassato una condanna in primo grado e, seppur riformata con la nuova qualificazione del reato in induzione indebita a dare o promettere utilità, se l’era vista confermare in appello. Ad annullare tutto, disponendo un nuovo processo, è stata ora la Corte di Cassazione. Vincenzo De Francesco, 38 anni, appuntato dell’Arma, all’epoca dei fatti in servizio presso il comando della Legione Carabinieri Lazio, finì indagato per concussione e calunnia. Il militare venne accusato di aver sfruttato il suo ruolo, la divisa, per far riparare a Velletri, nel 2008, a un carrozziere l’auto della convivente e non pagare i 1.800 euro di lavori, e l’anno prima di essersi fatto consegnare da un libraio, sempre di Velletri, i testi scolastici per i figli, per un valore di 450 euro, e di non aver saldato il conto. De Francesco venne inoltre accusato di calunnia, per aver denunciato l’artigiano e il commerciante, sostenendo che quanto da loro dichiarato, dunque la presunta concussione, fosse falso. Vicende per cui il carabiniere, il 1 ottobre 2012, venne condannato dal Tribunale di Velletri. Il 14 novembre scorso, riqualificata la concussione nell’induzione indebita, la Corte d’Appello di Roma riformò poi la condanna: tre anni di reclusione. L’imputato ha fatto ricorso e la sentenza è stata ora annullata dalla Cassazione, che ha disposto un nuovo giudizio d’appello. Per gli ermellini la sentenza è “del tutto mancante nell’individuazione e nella giustificazione probatoria delle condotte e degli altri elementi integrativi del delitto di induzione indebita”. Nessuna descrizione di “abuso induttivo del ricorrente”, dunque di una sua “condotta di pressione morale sulla libertà di autodeterminazione dei destinatari”. Solo un richiamo alla presunta vittima fissata “ripetutamente con aria minacciosa”. Uno sguardo appunto.
23/10/2015