Tecnicamente dovrebbero rimanere in classe, ma chi controlla questi bambini? Grazie ai tagli del Governo, il personale scolastico è ridotto all’osso e non è possibile disporre di figure che sorveglino i bambini che non hanno la possibilità di pagare i pasti. «Un problema serio a cui il Comune è chiamato a porre rimedio – spiega il Dirigente scolastico Carlo Eufemi – perché coinvolge un numero altissimo di bambini». Il pasto a scuola costa 4,49 euro ed è a totale carico delle famiglie. Il Comune, per evitare l’alta evasione degli anni passati, ha stabilito l’acquisto anticipato di 40 pasti al costo di 179 euro e 60 centesimi. Per chi ha più figli non sono previsti sgravi. Idem per chi è in difficoltà economica: il costo del pasto non è frazionato infatti in base al reddito, ma è uguale per tutti. «Molte famiglie stanno chiedendo di rinunciare al tempo pieno per evitare la spesa della mensa, ma non è materialmente possibile perché le classi sono già sature – aggiunge Eufemi –. Le insegnanti stanno facendo un grande lavoro, spesso rinunciando al loro pasto per far mangiare i bambini. Perché se da una parte è vero che c’è tanta evasione che va frenata, è anche vero che alcune famiglie non hanno la possibilità materiale di affrontare la spesa del buono pasto. Ecco perché ritengo che il Comune debba convocare un tavolo per cercare una soluzione dignitosa, qualora il numero di famiglie che non hanno regolarizzato la loro posizione rimarrà importante».
I bambini che usufruiscono del tempo pieno non possono portarsi il pasto da casa per questioni igieniche. Il pranzo non è una “ricreazione” ma un momento di socializzazione e di crescita che è giusto condividere, imparando a rispettare le regole, a mangiare ordinatamente e a conoscere le varie tipologie di cibi proposti. Tenere un bambino in disparte è deleterio per il proprio senso di stima. Ecco perché, per garantire ai bambini il pasto ma anche la tutela della sicurezza, le insegnanti hanno contattato i genitori invitandoli in questi primi due giorni di servizio a venire a scuola a prelevare i loro figli. C’è chi ha montato la polemica politica, ma qui si tratta di minori che nulla hanno a che fare con la politica: il problema va risolto a prescindere dal partito di appartenenza. E questo è bene che se ne renda conto anche chi strumentalizza la vicenda per il proprio tornaconto elettorale.