Bruciato, almeno per ora, il blitz governativo ‘sblocca inceneritori’. I giganteschi bruciatori di Albano Laziale e le due nuove linee aggiuntive di Malagrotta (Roma) e San Vittore del Lazio non sono stati approvati dal governo.
Il Consiglio dei Ministri ha infatti rinviato l’approvazione del decreto attuativo della legge cosiddetta ‘Sblocca Italia’. Si tratta dei provvedimenti con cui il governo vuole imporre la realizzazione di tre nuovi megaforni per bruciare immondizia nel Lazio, ed altri 16 in altre regioni italiane. L’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, riunitosi ieri ed oggi 10 settembre, era attesa per oggi.
La battuta d’arresto arriva dopo l’inchiesta del giornale il Caffè sulla vicenda e la mobilitazione popolare. Ma anche dopo l’appello firmato da 9 Sindaci dei Castelli Romani, Ardea e poi Pomezia, che hanno scritto al presidente del Lazio Nicola Zingaretti e al suo assessore regionale delegato ai rifiuti, Michele Civita. Chiedono fermamente di scongiurare la costruzione dell’enorme inceneritore ad Albano, a due passi da Ardea, Pomezia ed Aprilia. Hanno in particolare chiesto di negare il via libero definitivo (in gergo AIA, autorizzazione integrata ambientale), che nel caso dei tre eco-mostri previsti dal governo nel Lazio spetta proprio alla Regione.
Il governo ha deciso di rinviare la definizione della scottante faccenda. È stata fissata una nuova seduta del Consiglio dei Ministri per martedì 29 settembre.
In quella sede, avrebbero deciso di procedere all’individuazione del fabbisogno di inceneritori nei vari territori del Paese, Lazio incluso. Il governo Renzi avrebbe inoltre stabilito di effettuare una individuazione di macroaree per designare i luoghi dove realizzare gli impianti in caso di necessità. Se da un lato ciò mostrerebbe come meno scontata l’esigenza di costruire altri altiforni del genere, d’altro canto potrebbe risolversi anche in una manovra ‘diversiva’ del governo e della lobby che fa affari con queste tecnologie ormai obsolete, oltre che inutili e nocive per la salute e per l’ambiente, come ampiamente affermato da studi epidemiologici internazionali e nazionali, riguardanti anche gli inceneritori esistenti già nel Lazio.
Infatti fonti interne al Ministero dell’Ambiente riferiscono a il Caffè che, dopo questa fase, comunque verranno individuati i siti precisi dove realizzare gli impianti. E a questa individuazione si potrebbe procedere sempre con decretazione governativa. Dunque pare proprio che non si voglia abbandonare la linea di un diktat schiacciasassi inflessibile per imporre gli inceneritori. Ma la strada è tutt’altro che in discesa e si annuncia comunque più lunga del previsto.
Di sicuro, il prossimo appuntamento sui fiammeggianti progetti di Renzi & co. è per martedì 29 settembre, compleanno di Silvio Berlusconi, ma pure giorno di San Michele, l’Arcangelo che fa fuori il drago sputafuoco…
INCHIESTA de IL CAFFÈ sul n. 326, pagine 2 e 3, leegibile nella sezione Archivio “Sfoglia il giornale”