Il Castelletto ha un valore stimato di oltre due milioni di euro. Una volta confiscato, l’Agenzia nazionale che si occupa della gestione di tali beni è riuscita a darlo al Comune, che ne aveva fatta richiesta, soltanto tre anni fa. Nel 2013 vi tenne lì una manifestazione Libera. «Patrimonio aperto alla collettività», assicurò insieme ai volontari antimafia il sindaco Milvia Monachesi. La destinazione del Castelletto? Sede della Polizia locale, della Protezione civile e centro per attività sociali. Il primo cittadino ricevette anche una lettera con dentro un proiettile e un biglietto con scritto: «Con i saluti della Magliana». Monachesi ricevette solidarietà e venne presentata pure un’interrogazione parlamentare. Si scopre ora che il Castelletto non è stato neppure liberato dei beni di chi lo occupava in precedenza e che la ristrutturazione è ritenuta troppo costosa dall’ente castellano, aggirandosi sul mezzo milione di euro. Difficile poi, per il Comune, ottenere finanziamenti per riqualificare l’immobile. La giunta ha così deciso di tentare il cambio di destinazione del bene, da finalità istituzionali a turistico-ricettive, e di approntare un bando per darlo in concessione a una persona giuridica, “possibilmente di carattere sociale”. La delibera di giunta, pubblicata solo adesso, risale al 4 novembre scorso. Altro tempo perso. E la bandiera del degrado sembra sempre più iI miglior regalo che si potesse fare ai clan, soddisfatti che dove non ci sono più loro c’è il nulla.